Il nostro articolo sulle SIM di consulenza ha riscosso parecchio successo ma anche sollevato qualche polemica. Iniziamo da una precisazione.
Dalla lista pubblicata ieri abbiamo erroneamente lasciato fuori J. Lamarck SIM, con sede a Verona, che invece è stata autorizzata il 12 dicembre scorso da Consob alla prestazione della consulenza in materia di investimenti “senza detenzione, neanche temporanea, delle disponibilità liquide e degli strumenti finanziari della clientela e senza assunzione di rischi da parte della società stessa”.
Ci ha scritto poi Sandro Tenti, direttore generale di Intesa SIM, per sottolineare che la sua società “ha tra le attività autorizzate il servizio di consulenza prestato come servizio di investimento dal 1995 al 1998, poi con l’Eurosim, dal 1998 al 2007, divenuta successivamente attività accessoria e quindi, con la MiFID nuovamente come servizio di investimento. “Preciso altresì – prosegue Tenti – che abbiamo attivato e segnalato a Consob, come previsto, l’inizio dell’attività in questione con il perfezionamento del primo contratto ad hoc”.
A questo punto siamo costretti a fare un’ulteriore puntualizzazione.
Presumibilmente non siamo stati sufficientemente chiari nello specificare che ci riferivamo esclusivamente alle SIM di consulenza autorizzate dalla Consob tra il 1/11/2007 e il gennaio 2009, ovvero a quelle nate dopo l’introduzione della rivoluzione MiFID. Sappiamo bene che nel nostro paese sono presenti realtà come Prometeia SIM e Genesi SIM, solo per citare le più note, che da tempo offrono ai loro promotori, accanto al collocamento, anche il contratto a parcella.
Con il nostro articolo volevamo focalizzarci solo su quelle che offrono esclusivamente il secondo.
In conclusione ci hanno contattati Diaman SIM e JC Associati per sottolineare che loro, come Open Family Office SIM, sono in rampa di lancio per avviare il contratto di consulenza e sono in attesa di autorizzazione da parte di Consob.