Ubi Banca chiude l’anno in perdita. Ma il 2017 sarà in “forte miglioramento”

Ubi Banca ha archiviato l’anno con una una perdita di 830,2 milioni, a fronte di un utile di 116,8 nel 2015. I proventi operativi sono scesi del 7,5% a 3,1 miliardi, con margine di interesse giù dell’8,2% a 1,5 miliardi e commissioni nettte a 1,3 miliardi (+2,7%). A pesare sui conti in particolare la contabilizzazione anticipata di tutti gli oneri previsti per il piano industriale (850 milioni circa), la cui attuazione sta procedendo “in anticipo sui tempi”.

Il coefficiente Cet1 fully loaded, si legge ancora nel comunicato sui risultati di bilancio, si attesta all’11,22% (da 11,28% in settembre) e non include ancora l’effetto della deducibilità fiscale delle maggiori rettifiche su crediti (+40 punti base). Il cda proporrà la distribuzione di un dividendo da 0,11 euro per azione, in linea con quello dello scorso anno. L’istituto ha inoltre svalutato l’investimento in Atlante di 73 milioni, che si traducono in una svalutazione netta di 52,9 milioni.

Più nel dettaglio, gli impieghi verso la clientela sono scesi a 81,8 miliardi dagli 84,6 miliardi di fine 2015. I flussi lordi da crediti in bonis a deteriorati, pari a 1,3 miliardi, si sono ridotti del 47% rispetto al 2015 e del 70% rispetto al picco raggiunto durante la crisi. La raccolta diretta da clientela è scesa a 69,1 miliardi dai 72,5 di fine dicembre. Ubi fa sapere però che il 2017 è previsto in forte miglioramento rispetto al 2016. “Il risultato netto normalizzato del 2017 è atteso in importante crescita, anche favorito dall’anticipata conclusione del progetto Banca Unica”, con l’ultima ondata di integrazioni il 20 febbraio. Ubi vede margine di interesse e commissioni in crescita, a fronte di una nuova importante riduzione del costo del credito. Ecco l’intervista a commento dei risultato a Victor Massiah, ceo di Ubi Banca.

VMassiah

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