Certificati, come replicare il WTI sul petrolio

Dopo i forti rialzi degli ultimi anni, che lo avevano portato a toccare i 150 dollari al barile, il petrolio è rapidamente crollato fino alla soglia dei 40 dollari. A spingere le quotazioni sopra i 100 dollari erano state i forti investimenti speculativi, guidati dalle aspettative che gli approvvigionamenti sarebbero stati insufficiente a bilanciare la crescente domanda mondiale, sollecitata dalla vivacità delle economia emergenti, Cina e India fra tutte. Gli analisti delle principali case di investimento, concordi nel ritenere che il prezzo del petrolio fosse giustificato da elementi fondamentali, erano divisi tra coloro che sostenevano che il problema fosse la scarsità della materia prima, e da altri che identificavano la criticità nelle precarie condizioni dell’industria di raffinazione e di trasporto, in quanto non oggetto di adeguati investimenti nel corso degli ultimi 30 anni.
Durante i picchi del 2008 il consenso generale sui mercati vedeva il petrolio a 200 dollari e non mancavano gli illustri pareri di finanzieri asiatici che puntavano sui 400 dollari; al contrario le industrie petrolifere confermavano le previsioni di un barile tra i 60 e gli 80 dollari per il 2009.

La crisi di liquidità ed il calo della domanda, spinta dalla recessione globale e dall’interruzione dei sussidi alle importazioni in atto in Cina e India, hanno fatto crollare le quotazioni petrolifere, che attualmente sembrano rappresentare un ottima opportunità di investimento.
A fronte della recessione in atto, bisogna infatti ricordare che l’offerta del petrolio è determinata dal cartello dell’Opec, che ha più volte ribadito di non trovare accettabile gli attuali corsi, che tra l’altro non consentono adeguati investimenti da parte dell’industria petrolifera, per questo è probabile, in caso di ripresa economica, che si verifichino nuovi shock dal lato della domanda.

I certificati offrono numerose opportunità di investimento sulle materie prime ed in particolare sugli energetici e petrolio. Per i risparmiatori che non desiderano utilizzare l’effetto leva per amplificare i rialzi o i ribassi del sottostante, è disponibile un certificato benchmark, sul future del petrolio WTI, emesso da Abn Amro.

Il certificato ha corretto fortemente a seguito del calo del petrolio ed attualmente viene scambiato sui minimi dall’emissione.

(Grafico fonte Royal Bank of Scotland)

Interessante inoltre verificare come il titolo riesca bene a rispecchiare l’andamento del sottostante, come indicato nel grafico sotto (la linea bianca è il future, quella verde e rossa il prezzo del certificato rispettivamente in euro e dollari) e il rollover sia piuttosto limitato.


(Grafico fonte Royal Bank of Scotland)

Il certificato, negoziato sul SeDeX di Borsa Italiana, ha scadenza nel giugno 2010, data nella quale verrà rimborsato, secondo quello che saranno le future quotazioni.

E’ necessario sottolineare come, in una corretta attività di asset allocation, le materie prime ed il petrolio non vadano considerate come elementi speculativi, ma piuttosto come asset class in grado di aumentare la diversificazione e ridurre il rischio complessivo del portafoglio; in quest’ottica il movimento laterale imboccato dal petrolio nel corso delle ultime sedute, può lasciare agli investitori il giusto tempo per considerare di prendere posizioni.

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