Certificati, la giusta esposizione al mercato

Ennesima seduta volatile ed in calo per i mercati europei, salvati da un recupero di Wall Street, buoni quindi i rialzi sulle opzioni call.

Tra i migliori del [a]SeDeX[/a] di [s]Borsa Italiana[/s] l’[a]opzione[/a] call 3,30, scadenza 6 marzo 2009, emessa da UniCredit su Tiscali (+375%), l’opzione call 1,50, scadenza 2 marzo 2009, emessa da Deutsche Bank su Tiscali (+150%), l’opzione call 6,60, scadenza 20 marzo 2009, emessa da Societe Generale su Enel (+100%), l’opzione call 8,00, scadenza 18 dicembre 2009, emessa da Societe Generale su UniCredit (+100%) e l’opzione call 4.96, scadenza 4 dicembre 2009, emessa da UniCredit su Intesa Sanpaolo (+75%).

L’equity protection di Banca Aletti su Eni si conferma il certificato più scambiato, fra i covered warrant le opzioni di Societe Generale guidano i volumi.
Tra i più scambiati del mercato SeDeX di Borsa Italiana, il certificato equity protection 15,65, scadenza 20 marzo 2009, emesso da Banca Aletti con sottostante Eni (-1,89%), l’opzione call 20.000, scadenza 18 settembre 2009, emessa da Societe Generale sullo S&P/Mib (-25,44%), il certificato l’opzione put 15.000, scadenza 19 giugno 2009, emessa da UniCredit sullo S&P/Mib (+5,52%), l’opzione call 20.000, scadenza 21 agosto 2009, emessa da Societe Generale sullo S&P/Mib (-23,10%), l’opzione put 18.000, scadenza 20 febbraio 2009, emessa da Societe Generale sullo S&P/Mib (-0,82%).

I certificati offrono molteplici vantaggi, ma senza dubbio quello più rilevante per gli investitori retail, è la protezione del capitale, caratteristica offerta dagli equity protection, che tuttavia sono presenti sul mercato con caratteristiche diverse, per livello di partecipazione ai rialzi e percentuale di capitale protetto.

Vediamo quindi come l’equity protection 25,5 emesso da UniCredit su Eni, sia effettivamente riuscito a proteggere il sottoscrittore dal calo del titolo.
Il certificato ha iniziato la negoziazione il 31 ottobre 2007, con Eni ad un prezzo di 25,5, non lontano dal massimo di 28 Euro del luglio 2007, spinta da un valore del petrolio in continua salita. Il grafico riportato mostra come Eni, dopo aver recuperato le lievi perdite di inizio 2008, con un massimo di periodo a maggio 2008, abbia imboccato un forte trend ribassista, con un minimo a 14 Euro, ed attualmente sia in una fase laterale, tra i 16 ed i 18 Euro.
L’investitore che avesse acquistato ad ottobre 2007 Eni, si troverebbe con una perdita attorno al 35 per cento (comprensivo del dividendo di 0,7 pagato dall’azione a maggio), mentre il sottoscrittore del certificato sarebbe riuscito a proteggere il capitale, ed avrebbe potuto smobilizzare l’investimento in ogni momento, senza perdite in conto capitale.

In ottica di [a]risparmio gestito[/a] risulta quindi fondamentale, a seconda del profilo di rischio, trovare la giusta combinazione tra esposizione diretta al mercato, ed esposizione indiretta attraverso strumenti che proteggono il capitale investito.
Nello specifico il certificato di UniCredit era molto interessante e garantiva un rimborso totale del capitale, in aggiunta all’integrale partecipazione ai rialzi.

Grafico fonte UniCredit

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