Etf, a Piazza Affari il primo clone MENA

Da lunedì 2 febbraio verrà lanciato, sul mercato [a]Etf Plus[/a] di [s]Borsa Italiana[/s], il Powershares Middle East North Africa, strumento legato all’indice NASDAQ OMX Middle East North Africa, in dollari statunitensi.
Le società inserite all’interno dell’indice devono essere domiciliate in Bahrain, Egitto, Giordania, Kuwait, Libano, Marocco, Oman, Qatar o Emirati Arabi Uniti. Attualmente, restano escluse dall’universo ammissibile l’Arabia Saudita e la Tunisia, che però potranno essere inserite in seguito. Ciascun titolo presente in portafoglio non può avere un’esposizione superiore al 10%, mentre l’esposizione per paese è limitata al 20%. L’indice viene ribilanciato trimestralmente.

I settori maggiormente rappresentati sono il finanziario (60%), le telecomunicazioni (18%) e l’industriale (60%); tra le società più pesate ci sono Arab Bank, Banque Marocaine du Commerce Exterieur, Maroc Telecom, National Bank of Kuwait, Mobile Telecommunications, Qatar National Bank, Commercial International Bank (Egypt), Orascom Construction Industries.
Osserviamo come il settore finanziario dell’area in oggetto abbia un grado di correlazione piuttosto limitato rispetto a quello occidentale, in quanto maggiormente concentrato sul retail, private e corporate banking locale.   
Può stupire che il settore dell’energia sia rappresentato solo per il 2 per cento, tuttavia bisogna considerare come le aziende petrolifere internazionali appartengano ai paesi industrializzati, oppure siano controllare dai rispettivi governi nazionali e quindi non quotate sui mercati.

L’offerta del [a]risparmio gestito[/a] sull’area MENA (Middle East North Africa) è ancora piuttosto limitata, sono pochi infatti i fondi comuni specializzati, mentre nel segmento Plus a Milano non ci sono Etf simili.

I paesi MENA offrono senza dubbio grandi opportunità di crescita, per la ricchezza delle materie prime, non solo petrolio, ma anche per il processo di riforme, collaborazione internazionale, apertura al mercato e crescita economica che gli stati in oggetto hanno intrapreso negli ultimi anni, tuttavia resta ancora basso il grado di trasparenza, la vigilanza regolamentare e la liquidità dei mercati finanziari della zona, per questo l’investimento deve essere considerato ad alto rischio.

Per un’adeguata diversificazione geografica risulta comunque fondamentale coprire un’area con un crescente peso internazionale ed un grado di correlazione tra le più basse al mondo, rispetto ai mercati occidentali.

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