Certificati, nuovi equity protection per Banca Imi

Sono da oggi in negoziazione presso il SeDeX di Borsa Italiana, due certificati equity protection sullo S&P/Mib ed il Dow Joes Euro Stoxx 50.

Nel dettaglio il certificato sullo S&P/Mib dispone di uno strike a 18.092 punti, scadenza 30 gennaio 2013, cap al 154 per cento, mentre sul Dow Joes Euro Stoxx 50 l’offerta prevede uno strike a 2.388,3 punti, scadenza 30 dicembre 2011, cap al 127 per cento.

Entrambi i certificati prevedono la completa protezione del capitale, per questo l’investitore, a prescindere da quelle che saranno gli andamenti del sottostante, a scadenza potrà ottenere quantomeno il capitale investito, mentre la partecipazione agli eventuali rialzi sarà limitata al cap presente, per questo guadagni rispettivamente superiori al 154 e 127 per cento, non si ripercuoteranno nel valore dei certificati.

I due prodotti verranno negoziati sotto la pari
, rispettivamente attorno ai 95 e 97,5 euro, in quanto gli indici hanno registrato un nuovo calo nelle ultime settimane, elemento che, per gli investitori che acquisteranno i titoli, permetteranno una fonte di guadagno, in quanto i certificati garantiscono la protezione del capitale secondo il prezzo iniziale di emissione, ovvero a 100 euro.

L’offerta di Banca Imi si rivolge ad investitori con un basso approccio al rischio, che desiderano prendere una posizione sull’azionario, con una completa protezione del capitale, per evitare di subire nuovi ribassi di mercato nel medio termine. Il costo della protezione del capitale è rappresentato dalla mancata ricezione dei dividendi dei titoli sottostanti e dall’eventuale crescita degli indici a valori superiori al cap fissato.

Una strategia di facile attuazione ma scarsamente utilizzata nel mondo del risparmio gestito, rivolta a investitori con un approccio al rischio medio/basso, è quella di diversificare, a seconda del profilo di rischio e della visione di mercato, l’esposizione sull’azionario tra un certificato a protezione del capitale ed una posizione diretta sul sottostante; troppo spesso infatti l’utilizzo dei certificati non viene eseguito in maniera integrata, rispetto alle altre scelte di portafoglio.

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