Etf – Quando i fondi si colorano di "verde"

Con l’industrializzazione dei Paesi in via di sviluppo, l’inquinamento è diventato una vera e propria sfida. La Banca Mondiale stima che ogni anno, tra il 2001 e il 2010, moriranno prematuramente circa 600.000 cinesi a causa dell’inquinamento ambientale. Secondo le stime diffuse dalla Cina, circa un terzo dei fiumi del Paese sono troppo inquinati per essere sfruttati in ambito agricolo o industriale, senza contare che i danni all’uomo riconducibili all’inquinamento e i problemi di salute che ne derivano rappresentano per la Cina un costo annuo superiore a 54 miliardi di dollari. Molte tecnologie verdi, come afferma un comunicato della società, stanno diventando economicamente sostenibili.

Nel caso delle celle solari, per esempio, i ricercatori mirano a ottenere costi competitivi rispetto all’elettricità tradizionale entro il 20.152 attraverso lo sviluppo di materiali meno costosi e il miglioramento dei metodi di produzione e installazione. Grazie a questi fattori favorevoli, PowerShares ritiene che la cura dell’ambiente non sia solo una moda, bensì rappresenti una priorità globale riconosciuta da un numero crescente di governi, imprese e consumatori. Per finanziare la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie verdi servono fondi.

Per costruire le infrastrutture necessarie a portare l’acqua pulita nelle abitazioni e nei campi servono fondi. Negli Stati Uniti, per esempio, si stima un fabbisogno di investimenti per le infrastrutture idriche di 662 miliardi di dollari per il periodo 2000-2019. Con la collocazione in borsa di un’unica società sono stati raccolti più di 6 miliardi di dollari. Un’altra soluzione di investimento può consistere nell’acquistare quote di un fondo con focus sulle società specializzate nelle energie alternative, al fine di ridurre il rischio specifico legato all’acquisto di un singolo titolo assumendo comunque un’esposizione verso questo settore. Investendo nei cosiddetti etf  “verdi”, gli investitori assumono una precisa esposizione settoriale riducendo al contempo il rischio specifico derivante dall’acquisto di un singolo titolo.

Un fondo focalizzato su uno specifico settore o segmento industriale presenta maggiori rischi rispetto a un fondo ampiamente diversificato in vari settori dell’economia. L‘industria energetica, in questo senso, può essere fortemente penalizzata da fattori quali l’obsolescenza delle tecnologie esistenti, la brevità dei cicli di prodotto, il calo di prezzi e profitti, la concorrenza da parte di nuovi operatori sul mercato e le condizioni economiche generali.

L’aggettivo “verde” viene solitamente associato all’energia pulita, alle fonti di energia rinnovabili alternative a petrolio, gas e carbone. Rientrano nel settore dell’energia pulita:
• Servizi pubblici meno inquinanti – imprese che ricorrono a metodi più puliti di generazione dell’energia elettrica (energia eolica, solare e geotermica, biocarburanti e idrogeno). • Conversione energetica – aziende che producono apparecchiature in grado di convertire i biocarburanti in energia elettrica.
 • Efficienza di generazione e distribuzione intelligente – società impegnate ad apportare migliorie innovative ai sistemi di generazione e distribuzione esistenti, per esempio attraverso programmi software che consentano di migliorare la gestione della domanda di elettricità o di ridurre le perdite di rete. Stoccaggio di energia – società attive nello stoccaggio di energia e in altre tecnologie di supporto, quali batterie e “flywheel”, che facilitano il passaggio alle tecnologie basate sulle energie rinnovabili.
• Idrogeno e celle a combustibile – produttori di idrogeno, società di stoccaggio e distributori.
• Risparmio energetico sul fronte della domanda – società che sviluppano tecnologie per ridurre l’uso di energia nelle abitazioni, nei negozi, negli edifici commerciali e nei processi industriali.
• Servizi e fornitori – società che forniscono servizi in materia di previsioni, consulenza, ricerca e sviluppo finalizzati ai contratti, materiali e componenti, nonché servizi finanziari e di altra natura. 

A tal proposito, per chi intendesse puntare su questo tipo d’industria, ecco il PowerShares Global Clean Energy Fund, le cui caratteristiche tecniche sono riportate nella tabella.  Al 30 aprile, questo etf ha avuto asset in gestione per 4,29 milioni di euro. Al 22 maggio, su mille euro investiti un anno fa, lo strumento ne corrisponde 561,1, in netta ripresa rispetto ai 376,6 euro del 9 marzo 2009. Collocato il 18 gennaio 2008, il PowerShares Global Clean Energy Fund l’anno scorso ha avuto un rendimento a 12 mesi negativo, pari al -43,27%.

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