Etf – Come nasce un exchange traded fund

Un etf, così come una società di fondi registrata, è supportata da una holding che custodisce i suoi asset, da una società amministratrice che fornisce giornalmente il NAV (net asset value) e da una società di gestione che si occupa delle fasi post-operazioni.

Il fondo nasce quando i partecipanti autorizzati al mercato, come gli investitori istituzionali, forniscono capitale per creare un fondo che abbia l’obiettivo di replicare un indice. A differenza di un fondo mutualistico tradizionale, le quote in un etf sono disponibili grazie ad un partecipante autorizzato al mercato che deposita uno specifico blocco di securities con l’etf.

L’operatore autorizzato acquista il blocco di securities sottostanti direttamente sui mercati, basandosi sulla composizione del portafoglio replicato, file preparato dal gestore dell’etf. In cambio del deposito, il partecipante al mercato autorizzato riceve un ammontare fisso di quote di etf con un NAV che corrisponde al valore dell’indice replicato.

Le quote di un etf sono solitamente create in lotti di 50.000 o 100.000 quote o per altre dimensioni specificate, note come unità di creazione. Una parte o tutte le quote di un etf, possono allora esser vendute su un mercato borsistico.

Sul mercato, i market maker degli etf prestano attenzione agli ammontari e cominciano a quotare i prezzi di offerta e domanda per le quote degli etf. Gli investitori possono comprare le quote degli etf attraverso i propri intermediari al prezzo di domanda quotato o vendere le quote al prezzo di offerta quotato. I prezzi delle compravendite intraday dipendono dai prezzi di offerta e di domanda e dai prezzi di offerta e di domanda dei titoli sottostanti.

Nel caso in cui il prezzo delle quote dell’etf fluttua e devia dal suo NAV, i partecipanti al mercato possono calcolarlo e condurre operazioni di arbitraggio basate su tale differenza. Il NAV indicativo (iNAV) è pubblicato ogni 15 secondi per gli etf, così che il prezzo possa esser paragonato quasi continuamente. Se gli etf sono sottovalutati rispetto al NAV, gli arbitraggisti comprano le quote degli etf e le riscattano presso la banca che custodisce gli asset, in cambio dei titoli sottostanti. Se gli etf, invece, sono sopravvalutati, gli arbitraggisti comprano i titoli sottostanti, li riscattano secondo le unità di creazione e poi li vendono sui mercati. In questa maniera, le deviazioni tra i prezzi dell’etf ed il NAV sono piccole ed hanno breve durata.

(fonte: EDHEC European ETF Survey 2009, ricerca sponsorizzata da CASAM Etf).

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