Etf – Il legame tra fondi e spread

E’ un luogo comune, ma argomentazione non necessariamente veritiera, che i differenziali denaro-lettera (bid-ask spread) degli etf, siano uguali o superiori a quelli dei titoli sottostanti. Anzi, molti etf negoziati riportano spesso spread inferiori a quelli degli stock sottostanti. I bid-ask spread rappresentano la differenza (dall’inglese spread significa scarto) tra il migliore prezzo di acquisto (appunto bid) e quello di vendita (ask), in riferimento alle condizioni tecniche che portano all’incontro tra domanda e offerta di attività finanziarie ed alla conseguente formazione dei prezzi. Negli Stati Uniti, gli spread medi degli etf pesati per la capitalizzazione di mercato, sono pari a circa 5 punti base. E’ quanto riportato nell’ultima analisi sui mercati di Credit Suisse. Certamente, gli etf di tipo “core” hanno generalmente spread più bassi rispetto ad etf più specifici.

La grandezza degli spread degli etf è altamente collegata alla liquidità degli etf stessi. Non a caso, gli etf più liquidi registrano gli spread minori, così come quelli meno liquidi riportano tipicamente differenziali più larghi. Per esempio, gli etf che ogni giorno vedono mediamente oltre 10 milioni di dollari negoziati riportano spread inferiori ai 10 punti base. Alla stessa maniera, gli etf che vedono scambiati meno di 5 milioni come media giornaliera, si avvicinano a differenziali attorno ai 60 punti base. Risulta, quindi, chiaro come gli spread sugli etf tendano ad essere più sottili per i fondi con più asset e viceversa.

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