Sedex, crescono le emissioni ma calano gli scambi

Aumentano le nuove emissioni ma scendono gli scambi. E’ quanto emerge dalle statistiche di Borsa Italiana relative al Sedex. E a un mese dalla chiusura dell’anno, appare evidente il brusco calo rispetto al 2008. Il mercato dei certificati e dei covered warrant non è passato indenne alla crisi, che anzi ha allontanto gli investitori da un prodotto percepito come poco trasparente.

Da inizio anno e fino a fine novembre emerge infatti che sul Sedex sono stati scambiati 1,8 milioni di contratti per un controvalore di 9,55 miliardi di euro. Il dato, se confrontato con l’analogo periodo dell’anno precedente, mostra un importante calo dell’attività da parte degli investitori: nei primi undici mesi dello scorso anno il numero dei contratti era pari a 2,55 milioni, per un controvalore di 21,9 miliardi di euro. Il calo, in termini di turnover, è stato del 57%.

Quanto al solo mese di novembre, i lanci di nuove emissioni come detto sono cresciuti del 70,5% a quota 295 prodotti, contro i 173 del mese precedente. Le nuove quotazioni hanno riguardato in particolare i covered warrant plain vanilla (i più tradizionali), con 204 listening, seguiti da 58 Covered Warrant strutturati e 33 Investment certificates di classe 2. Per quanto riguarda la tipologia di sottostante utilizzato, invece, le azioni italiane restano le più gettonate dagli emittenti, con 228 nuovi prodotti su 295, seguiti dagli strumenti costruiti su indici italiani (pari a 33) e su indici stranieri (33). Tra gli emittenti più attivi, anche questo mese Société Générale conferma il suo primato, con 124 nuove emissioni, seguita da Bnp Paribas (96) e Abn Amro (59), Deutsche Bank (13) e Banca Imi (2). Complessivamente, gli strumenti quotati sul mercato Sedex sono saliti a quota 3676, rispetto ai 3457 di ottobre.

Tanto dinamismo da parte degli emittenti, italiani e non, non ha però generato un’altrettanta dinamica domanda da parte degli investitori: dalle statistiche di Borsa Italiana emerge infatti che gli scambi, nel mese di novembre, sono diminuiti rispetto al mese precedente, e questo sia in termini di contratti (che sono passati da 173.604 a 153.623) che di controvalore (sceso da 1,22 a 1,056 miliardi di euro). Quanto al sottostante, il più apprezzato resta l’indice delle blue chip italiane, con 80.130 scambi e un turnover di 712,4 milioni di euro, pari al 67,45% del controvalore complessivo dei contratti scambiati. Segue l’Eni (con 10009 scambi per 81,48 milioni di euro, pari al 7,71% del totale), Fiat (con 15369 scambi per 63,43 milioni, pari al 6,01%) e il Dow Jones Euro Stoxx 50 (con 1849 scambi e 24,14 milioni di euro, pari al 2,29%). Come sempre, insomma, l’attenzione degli investitori si è concentrata sui sottostanti più conosciuti.

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