E’ emergenti mania

Gli economisti sono concordi nel ritenere che i mercati emergenti saranno i principali sostenitori dell’economia globale per i 2010 e per i prossimi anni.
A prescindere dalle varie argomentazioni a favore di questa tesi, secondo gli esperti risulta evidente che le economie più sviluppate (europea, americana e giapponese), oberate di debiti e fiscalmente deboli, dipendono eccessivamente dalla spesa al consumo e dai mercati dell’edilizia abitativa e stanno di fatto cercando di restare a galla dopo la stretta creditizia. Al contrario, molti mercati emergenti godono di un’ottima solidità finanziaria sostenuta dal crescente benessere della popolazione, anche se i valori di riferimento sono molto bassi.

Ora che i paesi del G7 stanno raggiungendo il limite del proprio potere di indebitamento a sostegno dei rispettivi sistemi economici e bancari, e forse iniziano addirittura a rendersi conto che le politiche di emergenza finalizzate all’espansione monetaria potrebbero essere ritirate, per queste economie con elevati livelli di disoccupazione e ampi gap produttivi si confermano, nella migliore delle ipotesi, prospettive di disinflazione e ristagno economico. I paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), d’altro canto, sono riusciti a rimettere in moto la crescita economica grazie all’adozione di aggressivi pacchetti di stimolo e, avendo compreso la necessità di ridurre la propria dipendenza dai consumatori statunitensi, stanno ribilanciando l’economia nazionale a favore dei consumatori interni, nonostante si tratti di un processo complesso e assai dispendioso in termini di tempo.

La Cina sembra sulla buona strada per riportare in tempi brevi la crescita del PIL intorno al 10% (è stata dell’8% circa nel 2009 e dovrebbe attestarsi al 9% nel 2010); l’India, che ha chiuso l’anno con un aumento del Pil del 6,1% potrebbe toccare quota 7% nel 2010 in virtù della ripartenza del settore manifatturiero. Senza dimenticare il Brasile che parte in prima fila nella corsa delle materie prime, sia metalli che commodity alimentari, e mostra una piena ripresa sia sul versante bancario che su quello industriale.

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