Enigma liquidità

La liquidità degli Etf? E’ funzione diretta della liquidità del sottostante. Non ha nulla a che vedere con il volume degli scambi del singolo prodotto.
Paolo Giulianini, director head of Etf Trading & Advisory di UniCredit Corporate & Investment Banking London Branch, scoglie ogni dubbio su questo tema. E, spiega ad ADVISOR, perché acquistare su una piazza diversa da quella italiana può essere vantaggioso.

Quanto della liquidità di un Etf dipende dal sottostante e quanto dal numero degli scambi presenti sul mercato di riferimento
E’ un errore comune quello di accomunare la liquidità di un Etf con il volume degli scambi che avvengono in borsa. In realtà oltre la metà del controvalore scambiato giornalmente in Europa origina da transazioni OTC, ossia che avvengono fuori borsa.
La direttiva MiFID, nella parte in cui prevede l’obbligo di riportare qualunque transazione OTC su strumenti azionari, non si applica agli Etf, il cui volume globale scambiato rimane dunque perlopiù nascosto, se misurato secondo la tradizionale logica borsa-volumi. Le uniche Borse Valori che prevedono ancora l’obbligo della segnalazione degli scambi OTC su Etf sono il London Stock Exchange (la parte londinese e non Borsa Italiana) e il SIX-Swiss Exchange. Premesso ciò, la liquidità di un Etf è senza dubbio funzione diretta della liquidità del sottostante e degli strumenti derivati scritti sull’indice di riferimento, come futures, options, certificates e covered warrants. Poiché un Etf è costituito da un basket di titoli, tanto maggiore è la liquidità di tali titoli, tanto più liquido sarà l’Etf. Sarebbe più opportuno dunque parlare di liquidità potenziale di un Etf, intesa come capacità di rispondere a richieste di acquisto/vendita (anche per controvalori ben superiori a quelli disponibili in borsa ad un determinato prezzo) senza generare alcun impatto sul prezzo di negoziazione. Capita spesso che più emittenti quotino Etf aventi in comune lo stesso sottostante. In questi caso tutti gli Etf hanno la stessa liquidità potenziale; poco importa se per uno di essi l’ammontare degli scambi avvenuti in borsa è superiore a quelli degli altri.

La liquidità di un etf è influenzata dall’apertura o chiusura del mercato di riferimento?
Per quanto esposto sopra, la liquidità di un Etf è senza dubbio influenzata dalla possibilità di accesso al mercato del sottostante. Quando quest’ultimo è aperto, la liquidità di un Etf è massima; quando invece è chiuso, può accadere che un Etf evidenzi spread denaro-lettera più ampi, mid price non più allineati con i valori indicativi di net asset value presenti prima della chiusura o quantità negoziabili, dato un certo prezzo, inferiori. In realtà una delle caratteristiche peculiari degli Etf è quella di essere negoziabili anche quando il mercato sottostante è chiuso.
Si può perciò dire che un Etf è liquido almeno quanto il mercato sottostante, e spesso può esserlo anche in misura superiore, considerando il fatto che viene scambiato anche quando il mercato di riferimento è chiuso.

Numerose banche garantiscono l’accesso a un crescente numero di mercati di negoziazione, vi è qualche vantaggio ad acquistare un Etf quotato in Borsa Italiana in un altro mercato?
In linea di principio non vi è alcun vantaggio ad acquistare un Etf quotato sulla Borsa tedesca (Xetra), francese (Euronext), inglese (LSE) o svizzera (SIX) piuttosto che in Borsa Italiana. I maggiori market makers (tra cui UniCredit) quotano lo stesso Etf su molteplici piazze allo stesso prezzo. Una piccola differenza può essere riscontrata nella Borsa tedesca dove la liquidazione dei contratti è sempre t+2 giorni lavorativi, quindi chi detiene un Etf precedentemente depositato in Germania potrebbe venderlo e incassare il controvalore netto un giorno lavorativo prima che in Italia. Vi sono alcune borse, tra cui Xetra, Euronext, LSE e SIX che offrono la possibilità di negoziare lo stesso Etf in valute diverse dall’Euro (ad es: USD, JPY, GBP, CHF, CAD). L’acquisto in altre borse può perciò essere conveniente per investitori che vogliano ricercare un particolare profilo rischio-rendimento denominato in valute diverse dall’Euro sempre che abbiano un conto valutario aperto presso il proprio intermediario denominato nella stessa valuta di trattazione dell’Etf.

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