Cresce la voglia di opzioni call. E i covered fanno retromarcia

di Vita Lo Russo

Il Sedex, ha vissuto un periodo caratterizzato da una serie di andamenti tutt’altro che lineari, a conferma del clima irrequieto che serpeggia a Piazza Affari da diverse settimane.
Innanzitutto cala la media degli scambi giornalieri e scende a 32 milioni di euro, il calo però ha riguardato prevalentemente i Covered Warrant che si sono attestati a 66,3%. Crescono invece tutti gli strumenti non Cw, a cominciare dai Leverage che superano la soglia del 15%, per seguire ai Bonus con il 6% fino agli Equity Protection che dopo i cali delle recenti settimane ritornano a sfiorare il 4% degli scambi settimanali. Al di sotto ci sono poi gli Express, i Benchmark e gli Outperformance.
Continua a salire la domanda delle opzioni a comprare che attestandosi al 78% vanno a superare di 12 punti percentuali il livello di equilibrio, al di sopra del quale gli analisti sono soliti parlare di sereno ottomismo verso il medio periodo. Anche se appunto, serenità non è certo il clima che contraddistinto la piazza milanese tra il 23 e il 28 maggio, e il rialzo va letto in un’ottica di volatilità. Di conseguenza sono scese le attenzioni del mercato verso le opzioni a vedere (22%).
L’indice italiano FtMib che di norma, proprio perchè agganciato ai Cw, domina la classifica dei sottostanti, subisce un calo al 39,2% in linea con il calo dei titoli. In salita invece tutti gli altri sottostanti, a cominciare dalla azioni italiane che raggiungono il 18,8% gli indici internazionali a quota 9,5% e i cambi che dall’esplosione della crisi greca sono passati da poci decimi percentuali a 2,74% delle preferenze del mercato. Risalgono anche le materie prime e i tassi di interesse. Tra le azioni spiccano Fiat che come sottostante conquista il 6,11%, Eni che guadagna il 4,55% della torta, UniCredit all’1,96% ed Enel a 1,74%. L’indice azionario dei migliori 50 titoli europei si piazza in quarta posizione con 4,26 punti percentuali, il paniere di Francoforte Dax a quota 1,76%. Nella lista dei certificati, sale in testa lo SHort firmato Bnp Paribas in scadenza il 18 giugno prossimo, agganciato all’FtMib. Come spesso accade, i titoli riprendo vita quando si avviciano a scadenza. Segue il Bonus di UniCredit agganciato all’EUrostoxx 50 in scadenza l’11 marzo del 2013 e l’Equity Protection di Banca Imi in risoluzione il 22 settembre del 2014 agganciato al paniere S&P/Bric 40. In quarta posizione ritorna un sottostante che si è visto poco negli ultimi mesi: l’Express di Sal Oppenheim in scadenza il 21 giugno prossimo agganciato a Nokia. Il certificato la scorsa settimana viaggiava sui 116 euro di valore: se i punti rimaserrero tali la banca privata tedesca restituirà non solo il capitale nominale ma anche una cedola di 33 euro per titolo.

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