Strategia asiatica

…le differenze rispetto alle piazze occidentali, abbiamo intervistato Justin Crawford, head of distribution and retail derivatives in Asia di Macquarie, un istituto che prima di altri ha deciso di lanciarsi in mercati fino a poco tempo fa inesplorati. La banca australiana nel 2004 ha infatti comprato la divisione cash equity di ING, in modo da arrivare in Asia ancora più “preparata”.

Cominciamo a parlare del futuro dei mercati emergenti e di quali siano le loro caratteristiche rispetto all’Italia?

Rispetto all’Italia ma anche all’Europa, in Asia si fa molto più trading, soprattutto a Hong Kong, il più grande mercato per turnover. Una cosa interessante di questi mercati è che il tasso di turnover dei warrant quotati in Asia è piuttosto elevato e quando i mercati azionari hanno subito delle forti contrazioni, i warrant quotati in Asia hanno mantenuto buoni risultati. In tutti i mercati asiatici il futuro starà nell’aumento di tutti gli strumenti legati al trading.

Qual’è la sua previsione sui mercati asiatici? Crede che continueranno a crescere a tassi tanto elevati?
Onestamente credo che continueranno a crescere. Attualmente i mercati finanziari dei warrant stanno crescendo a tassi sempre elevati da sei settimane. Quello che noto è che gli investitori asiatici voglio prodotti più liquidi e trasparenti. Noi lavoriamo ad Hong Kong, in Corea e a Singapore nel campo dei warrant quotati. Dopo Hong Kong il più grande mercato per questi prodotti è quello coreano. Noi siamo in terza posizione a Hong Kong come quota di mercato, in Corea siamo i primi e in Singapore dominiamo il mercato. Possiamo dire che siamo tra i più forti in Asia.

Quali sono le politiche future di Macquarie nei prossimi anni?

Prima di tutto facciamo un piccolo passo indietro. Nel 2004 Macquarie ha comprato il settore cash equity per l’Asia di ING, un’operazione che ci ha permesso di arrivare su questi mercati in posizione di vantaggio. Abbiamo dedicato alla ricerca diversi team di analisti in circa dieci Paesi in tutto il continente asiatico. In futuro Macquarie vuole accrescere ancora di più la sua posizione in Asia e, oltre al Giappone, alla Corea, ad Hong Kong e a Singapore vuole espandersi in India attraverso il lancio di prodotti strutturati nei prossimi mesi.

Quali sono i prodotti che avete in Asia?
A Hong Kong e a Singapore i prodotti più venduti sono quelli equity linked, i convertibles e un altro grande prodotto è quello che viene chiamato “accumulatore” o Koda (Knock Out Discount Accumulator, un prodotto che permette di comprare una certa quantità di titoli in un determinato periodo di tempo, ndr).

Quali sono le principali differenze tra gli investitori asiatici e quelli europei?

La maggiore differenza sta nel modo di fare trading. Prima di tutto il tempo più lungo per il trading non supera i 12 mesi mentre per i brevi periodi si può arrivare anche a trading della durata di 14 giorni.

Qual’è la sua opinione sui mercati europei rispetto a quelli asiatici?
Noi operiamo in diverse parti del mondo, USA, Europa, Asia e naturalmente Australia. Quello che abbiamo notato è che c’è più interesse per il settore azionario in Europa. A Singapore però stanno nascendo molte banche private e questo potrebbe spingere il settore in Asia.

Cosa importerebbe dai mercati asiatici per gli investitori europei?
Gli investitori europei sono ancora decisamente più sofisticati rispetto a quelli asiatici. Porterei dall’Europa verso l’Asia la ricerca e il marketing che forse un po’ mancano ancora nei mercati emergenti.

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