Ucits IV, parte il conto alla rovescia

Mancano ormai solo poche settimane all’entrata in vigore della direttiva Ucits IV in Italia sugli organismi di investimento collettivo, che deve essere recepita entro il 1° luglio e porterà all’introduzione del passaporto europeo e del nuovo prospetto informativo (Kiid). E nella stessa data è previsto anche il cambio del regime fiscale per i fondi di diritto italiano, con passaggio della tassazione dal maturato al realizzato. Assogestioni ha portato a termine i lavori della task force per implementare la riforma, dando indicazioni sui risvolti applicativi e auspicando, su determinate problematiche, l’intervento dell’Agenzia delle entrate, come ad esempio per la redazione di un prospetto al 30 giugno, indipendentemente dalla periodicità con la quale la società già pubblica la documentazione informativa, che dia conto della situazione a quella data.

Rischio e diversificazione
L’attenzione per questo problema, però, non deve far perdere di vista uno degli aspetti più critici della Ucits IV, l’indicatore di rischio/rendimento (Synthetic risk renard indicator, Srri) previsto dall’Esma. Secondo Paul Kaplan, direttore della ricerca quantitativa di Morningstar Europe, non aiuta gli investitori nello strutturare il portafoglio per trarre beneficio dalla diversificazione.

L’indicatore è basato sulla performance storica del fondo, che è determinata dai risultati dei singoli titoli in portafoglio, i quali tendono a muoversi nello stesso modo e allo stesso tempo. Un singolo comparto, con l’eccezione di quelli multi-asset (che investono in azioni, obbligazioni, ecc.), è composto dalle stesse classi di attività (ad esempio i titoli europei per un fondo specializzato sul Vecchio continente), quindi, per diversificare l’investitore deve combinare più prodotti.

L’Srri dà un’indicazione del rischio del singolo prodotto, non del portafoglio complessivo. Basandosi solo su questa misura, un investitore prudente può essere indotto a non comprare un fondo emergente perché troppo volatile, mentre esso potrebbe essere inserito, con ruolo minoritario, anche in un profilo cauto. Per Kaplan, il rischio è che il risparmiatore confidi troppo su questo indicatore, non ritenendo più necessaria una consulenza professionale in materia.

La proposta
Il suggerimento di Morningstar è quello di accompagnare l’introduzione dell’Srri con un’adeguata educazione sullo strumento, che permetta agli investitori di comprenderne il funzionamento e i limiti per un corretto uso. Morningstar è disposta a fare la sua parte e ha già pubblicato una serie di studi sul tema (per approfondire, clicca qui). Le società di gestione, le associazioni del risparmio e i professionisti finanziari coglieranno la sfida?

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