Gli Etf hanno ancora benzina

Alla fine di aprile si contano nel mondo oltre 2.650 Exchange traded fund, emessi da 140 provider e quotati su 48 diverse Borse valori. Dodici mesi prima gli Etf quotati erano 2.189 e gli emittenti 122. Nel mese di aprile, il patrimonio mondiale investito in replicanti è cresciuto del 5%, un risultato superiore al 4% registrato dall’indice Msci World (dati in dollari). E’ quanto emerge dalla Etf Landscape Industry Review di BlackRock a cura di Deborah Fuhr. Nel dettaglio, gli asset investiti in Etf, Etc ed Etn dovrebbero raggiungere una crescita del 20-30% nei prossimi tre anni. Per i soli Etf, si prevede invece di sfondare quota 2 mila miliardi di dollari per la fine del 2012.

Negli Stati Uniti, gli asset sono cresciuti tra marzo e aprile del 5%, contro il 3% dell’Msci Usa (in dollari). A fine mese il numero di Etf disponibili negli Usa è pari a 972 (contro gli 832 di aprile 2010) e gli emittenti sono 28. I flussi confermano che l’azionario domestico rimane l’asset class favorita dagli investitori a stelle e strisce, con una raccolta netta in entrata di quasi 10 miliardi di dollari in Etf azionari nord-americani (su 22 miliardi di raccolta totale). I replicanti sull’azionario dei mercati emergenti, invece, registrano flussi netti in entrata nel periodo pari a 3,5 miliardi. Mentre gli Etf a reddito fisso sfiorano i 3 miliardi di raccolta netta.

Nel Vecchio continente il numero di replicanti quotati arriva a fine aprile a 1.128, 14 dei quali lanciati nel mese. Nel periodo di rilevazione il patrimonio investito è cresciuto del 6,7%, meno dell’Msci Europe, salito del 7,4% (dati sempre in dollari). Gli investitori europei si confermano molto meno “domestici” rispetto agli americani; non a caso i replicanti sull’equity europeo segnano deflussi netti per 1,2 miliardi di dollari, mentre l’azionario emergente registra una raccolta netta pari a 1,6 miliardi. Gli Etf/Etc su materie prime, dal canto loro, raccolgono in aprile 1,1 miliardi di dollari netti.

L’industria dei replicanti continua ad essere un mercato molto concentrato e relativamente chiuso a nuovi attori, vista l’importanza delle economie di scala. Secondo il report di BlackRock, i primi tre emittenti (su oltre 140) si spartiscono circa il 70% del settore mondiale. Il più grande provider a livello globale si conferma iShares, sia in termini di numero di prodotti offerti (475), sia in termini di patrimonio gestito (663 miliardi di dollari). A seguire troviamo State Street global advisors con 124 prodotti offerti e circa 270 miliardi di dollari gestiti. Al terzo gradino del podio, c’è Vanguard, che offre 66 prodotti e gestisce 173 miliardi (dati al 30 aprile 2011).

Gli analisti di BlackRock hanno voluto sottolineare infine l’importanza dell’attività di education, sia per il lato istituzionale che per il lato retail. Infatti, nonostante l’utilizzo di replicanti sia in costante crescita, molti sondaggi dimostrano che il livello di conoscenza non è ancora adeguato. A confermarlo è anche il recente sondaggio condotto in Italia da Morningstar in collaborazione con iShares, al quale hanno partecipato 2.048 persone, di cui il 98% appartiene alla categoria degli investitori retail e il rimanente 2% a quella degli istituzionali. I risultati italiani sono in linea con quanto è emerso in un analogo survey condotto da Morningstar nel Regno Unito. Gli investitori sono attratti dai replicanti per i bassi costi, ma vogliono avere più informazioni prima di inserirli in portafoglio. Questo è ancora più importante con l’aumento della complessità dei prodotto e la replica di nuove asset class.

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