Etp, le istruzioni per l’uso di iShares

Exchange traded products, istruzioni per l’uso. E per l’investimento. Non molto tempo fa, BlackRock ha lanciato una serie di riforme normative per il mercato degli Etf. Tra queste, l’etichettatura chiara della struttura del prodotto e gli obiettivi di investimento, la divulgazione frequente e tempestiva di tutte le partecipazioni e le esposizioni del fondo, norme sicure e chiare per diversificare le controparti e la qualità dei collaterali, la divulgazione di tutte le commissioni e costi sostenuti, compresi quelli di controparte, e un sistema di reportistica comune a livello mondiale per tutti gli strumenti negoziati, inclusi gli Etf.

Si inserisce in questo solco la nuova iniziativa lanciata a livello europeo da iShares, piattaforma di Etf di BlackRock. Un’iniziativa che ha l’obiettivo, spiega la società, di supportare gli investitori professionali nel processo di valutazione degli Etp, gli Exchange traded products.

La campagna si chiama “Due diligence”. Si tratta di una proposta “aperta”, rivolta sia alle autorità che agli operatori del settore. In pratica, iShares suggerisce un nuovo sistema di classificazione basato su tre categorie: Exchange traded funds, Exchange traded notes/Exchange traded commodities ed Exchange traded instruments. In particolare, iShares consiglia di introdurre un’etichettatura che consenta di distinguere gli Etf a replica fisica da quelli a replica sintetica e di usare la sigla Etc solo per indicare i prodotti su commodity con sottostanti fisici.

Ma qui si pone un primo nodo: in altri Paesi si ricorre alla stessa sigla – Etc, appunto – per intendere uno strumento di tipo diverso. In Francia, per esempio, Etc vuol dire Exchange traded currency. Importante più che mai, quindi, che si uniformi il vocabolario prima ancora che il sistema di regole e norme. Non solo. La campagna “Due diligence”, presentata dal responsabile per la regione Emea di iShares Joe Linhares e dal responsabile per l’Italia Emanuele Bellingeri, propone agli investitori una lista di criteri – e di domande da porsi – per valutare il prodotto prima di investirci dei soldi. Tra questi criteri, la struttura, la fiscalità, il rendimento, la negoziazione e la valorizzazione, il costo totale associato al prodotto e l’attività prestito titoli. Nella guida “Due diligence”, le quattro fasi del processo decisionale si articolano in sei capitoli che coprono tutti i criteri citati.

“La nostra proposta”, dice Linhares, “consente di mettere in atto un processo metodico e coerente per aiutare gli investitori a capire tanto il rischio di mercato quanto quello strutturale”. Un’iniziativa utile a tutti gli operatori del settore, garantisce Bellingeri. “Migliorerà la fiducia nei prodotti che offriamo”. In Europa, l’80/85% di chi investe in Etp è un investitore istituzionale. Negli Stati Uniti, la ripartizione è più equa: 50% istituzionale, 50% retail. Il mercato è in crescita, assicurano da iShares, per questo servono uniformità e regole comuni. Staremo a vedere.

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