Etf, come attutire il colpo quando la Borsa scende

PRODOTTI IN CRESCITA – L’industria degli etf continua a crescere, sia nel patrimonio gestito, sia nell’ampiezza dell’offerta. Franco Di Battista, giornalista di www.websim.it, ha fatto i conti in tasca a questo settore, analizzando non solo i dati della raccolta, ma anche le categorie dei prodotti cosiddetti replicanti e il loro utilizzo a seconda della tipologia di investitore. A livello mondiale, la raccolta nei primi cinque mesi del 2013 è a +24% rispetto allo stesso periodo del 2012: sugli etp (che comprende etf e etc) sono piovuti oltre 100 miliardi di dollari, che hanno consentito di superare la soglia dei 2mila miliardi di patrimonio gestito.

L’OFFERTA – In Italia, secondo mercato in Europa, nello stesso periodo sono stati raccolti 2,5 miliardi, che hanno portato a oltre 23 miliardi il patrimonio complessivo. Cresce anche l’offerta che inietta nuovi replicanti seguendo le fibrillazioni del mercato; è il caso degli Smart Beta Index, ovvero l’evoluzione degli indici di mercato tradizionali; obiettivo, migliorare l’efficienza (di qui il termine “smart”, intelligente) dell’esposizione al rischio di mercato (il beta).

SMART BETA – A metà tra un fondo attivo ed uno passivo, sono soluzioni di investimento basate spesso su logiche quantitative o fondamentali alternative agli indici tradizionali a capitalizzazione, questi ultimi tendenti a  sovrappesare le azioni che viaggiano a valutazioni più care e, viceversa, a sottopesare quelle con valutazioni più a buon mercato.

LA STRATEGIA – Si parla allora di indici equal-weighted, quando si assegna peso uguale a tutti i componenti: questa strategia dovrebbe indurre, nel lungo periodo, ad un rischio uguale o appena superiore a quello di un portafoglio tradizionale, ma con un extra-rendimento consistente. Questo è legato al minor peso assegnato ai titoli a grande capitalizzazione a favore di mid-small cap. Un indice tradizionale è, invece, fortemente concentrato sui titoli ‘mega-cap’: circa il 50% del peso dell’indice S&P500, ad esempio, è dato dai primi 50 titoli.

IL DIVIDENDO – Un altro criterio smart si basa sul dividendo: qui l’indice offre esposizione a titoli azionari  che hanno distribuito dividendi crescenti o costanti per almeno un certo numero di anni consecutivi. Un numero minimo di negoziazioni, un massimo peso  consentito al titolo, alla geografia, al settore, quando globali, completano le caratteristiche di questi etf.

MINIMUM VARIANCE – Infine, ci sono gli indici (e quindi gli etf) Minimum Variance o Low Volatility: tra i diversi termini finanziari che il risparmiatore ha dovuto giocoforza imparare in questi ultimi anni c’è sicuramente la parola volatilità: se una volta si poteva immaginare di associarla alle caratteristiche di un rapace, oggi sappiamo bene essere una misura dello scostamento da una media in termini matematici, oppure un numero che evidenzia  il nervosismo dei mercati, in senso più metaforico. 

VOLATILITA’ – Se quindi un paniere classico pesa i singoli titoli in base alla capitalizzazione di mercato, questi indici prediligono titoli che hanno mostrato, nel passato, una volatilità più contenuta. Di conseguenza,  se la storia si ripete, dovrebbero ridurre la volatilità complessiva dell’investimento. Non solo: alcune analisi portano alla conclusione che meno rischioso non significhi necessariamente meno performante, anzi. Alcuni mercati azionari hanno sofferto in questi giorni movimenti di turbolenza che li hanno portati verso un ribasso. E’ possibile quindi che soffrano quei risparmiatori che hanno scelto in particolare prodotti relativi alla Turchia e all’Australia.

ATTUTIRE, NON EVITARE – L’equazione secondo la quale una economia che non cresce giustifica l’allentamento monetario, che a sua volta sta facendo salire le quotazioni di azioni ed obbligazioni creando però un pericoloso scollamento tra finanza ed economia, tutto ciò alimenta paure di un castello di sabbia instabile. Puntare su strumenti a minor impatto sulla volatilità, conclude l’analisi di www.websim.it,  potrebbe quindi attutire un’eventuale violenta discesa dei mercati: attutire, ma non evitare.

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