Bnp Paribas IP, le prospettive dell’area Euro stanno migliorando

USA IN STALLO – Il Congresso degli Stati Uniti non è riuscito a trovare un accordo sul nuovo bilancio federale entro la scadenza fissata per questa settimana. Pertanto numerosi dipendenti pubblici sono al momento “furloughed”, ovvero in ferie forzate e non pagate. Lo scontro politico sul bilancio dello Stato per il 2014 e il previsto braccio di ferro sull’innalzamento del limite massimo del debito pubblico hanno effetti negativi sui mercati azionari. Non si sa Fino a quando durerà il cosiddetto shutdown e bisogna vedere sino a che punto sarà alzata la posta nel negoziato sul tetto del debito. “A nostro avviso”, spiega Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas Investment Partners, “i partiti finiranno per trovare un accordo in tempo, ma nel breve periodo permane un clima di incertezza”.

NEUTRALI SULL’AZIONARIO USA – “Gli indici azionari sono arretrati rispetto ai massimi toccati di recente, dopo che la Federal Reserve ha sorpreso i mercati decidendo di non ridurre l’importo mensile destinato all’acquisto di attivi a sostegno della crescita. Al momento le azioni subiscono forti pressioni di segno contrario e pertanto preferiamo mantenere una posizione neutra”. Quanto alle obbligazioni, “i rendimenti potrebbero salire qualora le probabilità di un’insolvenza degli Stati Uniti divenissero più concrete in caso di stallo del negoziato sul debito pubblico, ma sinora gli investitori hanno continuato a considerare i titoli di Stato Usa come un investimento sicuro. Secondo i nostri esperti la situazione non cambierà per il momento e la Federal Reserve ha già chiaramente comunicato le proprie intenzioni di mantenere i rendimenti bassi. A nostro avviso, i rendimenti di Stati Uniti e Germania sono ancora troppo elevati e le curve dei tassi sono abbastanza ripide. Ciò rende le obbligazioni più interessanti per operazioni di carry trade dato che al momento acquistare titoli a scadenza più lunga rivendendoli in prossimità delle stesse (il cosiddetto roll down della curva) consente di ottenere rendimenti complessivi più elevati rispetto ad una situazione con una curva più piatta”.

NESSUNA NOVITÀ DALLA BCE
– “Le prospettive dell’area dell’euro stanno migliorando: l’Economic Sentiment Index ha toccato il massimo dall’agosto 2011 e il clima di fiducia si è rafforzato anche nell’Europa meridionale. L’unica eccezione degna di nota è rappresentata dall’Olanda, che presenta segnali contrastanti. Sebbene l’indice che misura l’attività nel settore manifatturiero abbia registrato una flessione, riteniamo che questo importante settore stia già beneficiando del rafforzamento della domanda estera. Tuttavia le famiglie devono far fronte a nuove misure di austerità e il mercato dell’edilizia residenziale è ancora debole. Il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro si è attestato al 12%, ma il numero effettivo dei senza lavoro è sceso negli ultimi tre mesi. In linea con le attese, la Bce non ha modificato la propria politica monetaria. Per il momento la banca centrale non ha inviato alcun segnale ai mercati, tuttavia la tendenza al ribasso dell’inflazione e la debole crescita del credito potrebbero rappresentare dei motivi per giustificare un intervento verso la fine dell’anno”.

ZONA EURO: SOSTEGNO DA ALTRE AREE – “Gli Stati Uniti e l’area dell’euro dovrebbero ricevere un certo sostegno da parte di altre aree geografiche grazie alla ripresa degli scambi commerciali. In Giappone l’indice prospettico trimestrale Tankan è balzato ai livelli più elevati dalla crisi finanziaria, e al momento pare probabile un miglioramento della crescita. In prospettiva, l’aumento dell’IVA dal 5% all’8% previsto per l’aprile dell’anno prossimo rappresenta un rischio, in particolare poiché un rialzo simile nel 1997 provocò un blocco dei consumi e una recessione. Un’attenuazione dell’impatto di questo aumento attraverso nuove misure di stimolo ridurrebbe i benefici per le precarie finanze pubbliche del Giappone. Gli indici PMI pubblicati in altri Paesi hanno registrato per lo più dei miglioramenti. In Australia, le imprese si sono espresse in termini complessivamente positivi per la prima volta dal giugno del 2011, mentre le società del Regno Unito sono le più ottimiste a livello mondiale. Nel complesso, pare che la crescita stia tornando sui livelli tendenziali nei Paesi emergenti e sia in lento miglioramento anche nelle aree avanzate”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!