Effetto domino nel mercato immobiliare

Primi segnali evidenti che nel mercato immobiliare arriverà presto un po’ di tempesta. Il fallimento di Martinsa-Fedesa, la società spagnola di promozione immobiliare più grande del paese, può essere letto in questo modo.

La società di Fernardo Martin (ex presidente del Real Madrid) ha dichiarato di non essere in grado di rispettare i pagamenti dei suoi 5,2 miliardi e sperava vivamente che le banche fossero disposte a concedere un finanziamento di 150 milioni che la società avrebbe utilizzato per rifinanziarsi, ma così non è stato.

Gli istituti di credito spagnolo Caja Madrid, La Caixa e il Banco Popular non hanno voluto rischiare dopo che avevano già salvato la società dalla bancarotta due mesi fa rifinanziando un debito di 4 miliardi. Ora la società dovrà vendere gli attivi (che ammontano circa a 10,8 miliardi) di cui dispone per pagare i debiti e la situazioni si presenta un po’ difficile, considerando che il mercato spagnolo non sta vivendo un momento molto felice. Gli analisti, infatti, sostengono che il mercato subirà un calo del 20-30% nelle quotazioni degli immobili, dopo la forte crescita del settore negli ultimi anni.

Crescita che sembra più celare una forte speculazione che una reale richiesta del mercato. Un mercato drogato da anni di forte crescita dei prezzi, terreni disponibili, forte domanda ed economia in crescita.

Ora la situazione è diversa, ma la crisi potrebbe avere effetti anche in altri mercati. L’esempio spagnolo potrebbe essere soltanto uno dei tanti mercati che cadono sotto la scure della stretta creditizia delle banche e delle difficoltà del mercato immobiliare. Significativo che nel momento in cui la società spagnola annunciava le proprie difficoltà e quindi il titolo veniva sospeso dalle contrattazioni, anche in Italia i titoli immobiliari crollassero. Risanamento perdeva l’11,24%, Pirelli Re il 4,35% solo per citarne alcune.

Forse che la globalizzazione dei mercati abbia creato una sorta di effetto domino. Caduto il primo, iniziano a crollare gli altri. E allora se vogliamo fare delle previsione e giocare al “se fosse”, quali saranno gli altri mercati? Verrebbe da pensare di spostarsi più ad est. Perché ancora oggi ci sono mercati sui quali si specula molto, come Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca, tutti paesi dominati da una domanda forte, ma soprattutto estera. E se un giorno dovesse venir meno, cosa potrebbe accadere?

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