Etf vs. fondi comuni, New Energy

Nel corso degli ultimi anni le tematiche a carattere ambientale e di risparmio energetico hanno ottenuto grande attenzione da parte degli investitori.
La robusta crescita economica mondiale iniziata nel 2003, con il Pil mondiale in rialzo di oltre il 5 per cento, grazie alla spinta del continente asiatico, ha portato ad un forte apprezzamento delle materie prime e ad una costante fame di energia. Il recente sviluppo industriale asiatico non è stato accompagnato da politiche virtuose dal punto di vista ambientale, per questo il livello di inquinamento mondiale è ulteriormente cresciuto a livello esponenziale, a livelli tali da mettere d’accordo tutti i paesi internazionali, sulla necessità di introdurre nell’immediato forti politiche di riduzione dell’inquinamento.
A fronte dei programmi governativi e del rialzo del petrolio, le aziende hanno ottenuto buoni risultati, tuttavia sulle performance azionarie si è abbattuto il calo internazionale dei mercati.

Nel mercato [a]Etf Plus[/a] di [s]Borsa Italiana[/s], per investire sulle energie alternative, sono presenti tre [a]Etf[/a].
L’Ishares S&P Global Clean Energy (-50% da marzo 2008) ha come benchmark lo S&P Global Clean Energy, che seleziona le 30 azioni al mondo tra le più liquide ed a maggiore capitalizzazione che si occupano di energia pulita, suddivise tra produzione, tecnologia e equipaggiamenti; le aziende più pesate sono la spagnola Iberdola Renovables e le americane First Solar, Covanta Holding.
Il Lyxor Etf New Energy (-41,97%), è composto dalle 20 più grande società dell’indice Dow Jones World Index con l’aggiunta di quelle quotate presso il Bombay Stock Exchange e i cui ricavi derivino prevalentemente dal settore delle energie alternative, i titoli più rappresentati sono ancora Iberdola Renovables, First Solar, seguite da Vestas e Cemig.
Il Powershares Global Clean Energy (-48,57%) offre un maggior grado di diversificazione per numero e nazionalità di imprese, l’Etf segue l’indice WinderHill New Energy Finance LLC.
L’[s]Ishares[/s] è l’unico che non prevede il pagamento dei dividendi.
 
Nel mercato del [a]risparmio gestito[/a] italiano, i [a]fondi comuni[/a] specializzati sulle energie rinnovabili non sono numerosi, ma tutti di ottima qualità.
Tra i migliori il Dws Invest New Resources (-33,19%), che ha tra le principali società in portafoglio Iberrdrola, Gamesa, Monsanto, seguono il Bgf  New Energy (-38,65%) e il Vontobel Global Trend New Power (-39,48%), fondo comune che considera le energie rinnovabili in maniera più ampia ed inserisce in portafoglio multinazionali quali British Petroleum ed Intel, società che all’interno dei rispettivi settori hanno un business maggiormente orientato alle tematiche ambientali.

Tra i peggiori fondi comuni dell’ultimo anno
vi sono invece il Pictet Funds (lux) Clean Energy (-44,75%) ed il Julius Baer Smart Energy (-45,18%).  

Gli investitori dovranno seguire con attenzione il tema delle energie rinnovabili. La nomina di Obama porterà grandi investimenti sul settore negli Stati Uniti, tuttavia con un prezzo del petrolio inferiore ai 100 dollari al barile molte società offrono un business non redditizio, inoltre il forte sostegno offerto dal settore pubblico al sistema bancario, potrebbe costringere i governi a sottrarre risorse alle politiche ambientali. 

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