Il robo-advisor blocca il trading nel post-Brexit: clienti sul piede di guerra

E’ lecito che un consulente automatizzato arrivi al punto di impedire il compimento di operazioni in autonomia all’investitore per salvaguardarlo dalla volatilità?

La domanda, che parrebbe ai limiti della fantascienza, non è invece priva di concretezza.

Anzi, prende direttamente spunto dalla realtà, o meglio da quanto avvenuto settimana scorsa nelle ore immediatamente successive all’esito del referendum sulla Brexit, quando – come si è appreso sabato dall’edizione online del Wall Street Journal – uno dei pionieri della robo-advisory, Betterment, ha bloccato il trading dei suoi clienti. Per gli utenti di Betterment è stato così impossibile riposizionare i portafogli per tenere conto dell’uragano che di lì a poco sarebbe arrivato da Oltreoceano o anche solo liquidare le posizioni. Con danni spesso evidenti per gli sfortunati investitori. E a poco vale la pur giusta considerazione espressa dai manager di Betterment secondo cui la decisione è stata presa per tutelare gli investitori in una fase nella quale, a causa della volatilità, i prezzi degli ETF alla base delle gestioni potevano risultare disallineati da quelli dei sottostanti.

Betterment, come la maggior parte dei robo-advisor, propone ai suoi clienti dei portafogli standard creati online sulla base di una profilazione basata su un questionario e la gestione è affidata ad algoritmi che modificano la composizione del portafoglio, ma il sistema consente comunque l’interazione del singolo investitore qualora volesse effettuare delle modifiche ai suoi investimenti in autonomia.

Questa è la regola, ma così non è stato per la seduta di venerdì 24. Il WSJ cita il caso di un investitore privato intenzionato a ridurre dal 100% al 50% l’esposizione azionaria del suo portafoglio e quella di un consulente impossibilitato a effettuare variazioni ai portafogli dei suoi clienti.

Una storia che renderebbe lecito chiedersi se i robo-advisor non stiano rischiando di essere percepiti come un’entità superiore capace di sovrastare la volontà dei singoli investitori o degli advisor fisici.

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