Polizze nel futuro: ci si assicurerà ad ore, magari con Amazon

I brand top della tecnologia prenderanno il posto dei big delle polizze? E l’internet of things trasformerà l’industria assicurativa ridefinendo la nozione stessa di rischio assicurabile?

Se ne è parlato a Milano nel corso della presentazione del World Insurance Report stilato da Capgemini ed Efma, che ha visto alternarsi in una tavola rotonda alcuni dei nomi di rilievo del mondo assicurativo italiano.

Ne è uscito un messaggio forte: esistono tecnologie disruptive che cambieranno radicalmente il modo di interagire tra compagnie e clienti.

Trend che sono stati sintetizzati nel suo intervento da Leonardo Felician, ceo di Genialloyd:

  • i nuovi strumenti (delle tecnologie connesse, o internet of things, ndr) portano dei parametri in più per tariffare e questo sarà un elemento che farà la concorrenza, perché chi lo userà meglio avrà le tariffe migliori;
  • la sharing economy forzerà le compagnie a inventare un nuovo modo di assicurare. “Assicureremo a ora, o anche a minuto”, ha chiarito Felician, aggiungendo che “le regole del passato non varranno più e le regole del futuro dobbiamo inventarle”;
  • sarà infine necessario un cambio di business model, con i servizi che verranno prima dell’assicurazione. E questo anche per trovare fonti di reddito diverse da quelle attuali.

Ma per rispondere alla domanda iniziale, quanto fa paura alle compagnie assicuratrici un possibile ingresso di gruppi come Amazon e Google nel mondo delle polizze?

Molto, almeno secondo la percezione espressa da Mauro Montagnini, responsabile Servizio Danni dell’ANIA: “I grandi brand della tecnologia hanno la capacità di gestire la relazione con il cliente in maniera molto diversa da quella che hanno le compagnie stesse. Hanno una conoscenza del cliente che è figlia delle tecnologie che usano. E Amazon è il non plus-ultra per quel che riguarda la conoscenza del cliente”.

Difficilmente però, secondo Montagnini, si arriverà alla vera e propria emissione di polizze da parte dei brand della tecnologia. “Quello che vedo – ha spiegato – è che possano comprare compagnie e poi con i dati che hanno a disposizione fare i distributori dei prodotti”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!