Il futuro del banking è in Cina

All’interno della rivoluzione tecnologica globale che sta interessando il mondo finanziario, la Cina gioca sicuramente un ruolo d’avanguardia. Dalle piccole spese quotidiane fino agli acquisti di fondi d’investimento: sono tanti i pagamenti che possono essere fatti attraverso uno smartphone. E il tutto senza intermediazione bancaria. Un recente report di Citigroup riportato dal Wall Street Journal evidenzia che le big company tecnologiche hanno già un numero di clientela simile alle grandi banche del Paese.

Ant Financial Services Group è tra i precursori grazie alla sua app per telefono Alipay, un sistema di pagamento usato da 450 milioni di utenti ogni mese. Alipay, piattaforma di pagamento online lanciata nel 2004 da Alibaba Group e dal suo fondatore Jack Ma, è soprattutto una carta di credito 2.0 che rende facile il trasferimento di denaro, anche direttamente ad altre persone. E sempre più spesso, Alipay sta offrendo anche prodotti finanziari. Yu’e Bao consente di parcheggiare denaro come in un conto deposito; il servizio Fortune Ant permette di comprare investimenti ad alto rendimento. E la banca online MyBank ha detto quest’anno ha emesso 870.000 prestiti con un importo medio intorno 6.100 dollari. Nel panorama cinese c’è anche la concorrente Tencent Holdings, che sta offrendo servizi finanziari basati sul suo sistema di messaggistica Wechat.

Insomma, spiega il Wall Street Journal, il governo nell’ultimo periodo ha sostenuto questa tendenza FinTech per stimolare la spesa dei consumatori e arrestare il crollo della crescita economica del Paese. Ma l’industria, sembra si sia mossa più velocemente di quanto le autorità di regolamentazione pensavano, causando ovvie lacune normative. Insomma, è sì comodo tenere centinaia di dollari depositati online, ma il problema della sicurezza e garanzie non è da sottovalutare. Ma sembra che nel Paese la strada sia ormai tracciata: affidarsi sempre meno alle banche tradizionali.

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