Negli USA alla ribalta gli investimenti sostenibili

Nonostante la stasi economica, gli investitori sono ottimisti e pronti a sfruttare il potenziale verde. Niente a che vedere con un eroico protagonista di tanti fumetti Marvel (in tempi di crisi non si sa mai a che santo votarsi); bensì è quanto compare al centro della prima pagina dell’indagine di Allianz Global Investors sugli investimenti ambientali condotta negli Stati Uniti.

Il 78% degli investitori intervistati ritiene probabile che nel corso del primo anno dell’amministrazione Obama saranno varate più politiche a sostegno degli investimenti aziendali nell’ambiente di quante non ne abbia adottate l’amministrazione Bush nei suoi otto anni di mandato. Quasi i tre quarti (74%) ritengono inoltre che il nuovo congresso sarà più favorevole alle misure in sostegno degli investimenti delle imprese nelle nuove tecnologie ambientali rispetto al vecchio congresso.

Arrivata al suo secondo anno, l’indagine è stata condotta su un campione di 1.264 persone ha esaminato, dal punto di vista di un investitore, il livello di conoscenza e il modo di affrontare le questioni ambientali
. Le interviste sono state condotte via internet tra il 12 e il 18 dicembre 2008 da GfK Roper
Public Affairs & Media, una divisione di GfK Custom Research North America. I partecipanti, con un’età minima di 25 anni, dovevano avere la responsabilità primaria o condivisa per le decisioni di investimento di famiglie con attività finanziarie pari almeno a 100.000 dollari. Il campione è stato
ponderato per rispecchiare le caratteristiche della popolazione complessiva online in termini di sesso, età, livello di patrimonio familiare e regione, secondo il censimento dell’U.S. Census Bureau

Bozena Jankowska, portfolio manager di Allianz RCM Global EcoTrends Fund e responsabile di RCM Sustainability Research Team esprime la sua opinione: “Barack Obama è stato eletto sulla spinta di un’esigenza di cambiamento, e i cambiamenti al quadro normativo saranno probabilmente molto favorevoli agli investimenti ambientali. Il tipo di stimolo proposto da Obama rappresenta un’opportunità rilevante per gli investitori. Più in generale, a Washington stanno cambiando i toni, l’intensità e i contenuti del dibattito: questo è ciò che veramente conta”. Non solo a Washington. Anche nel Vecchio Continente la questione etica è di crescente interesse; basti pensare al recente annuncio della Norvegia, che ha escluso dal proprio fondo sovrano alcune società dal profilo di attività poco encomiabile.

Anche se il 2008 è stato un anno turbolento sui mercati finanziari, i risultati dell’indagine mostrano che gli investitori in generale sono ancora ottimisti sul comparto ambientale. Tant’è che nel 72% dei casi gli intervistati hanno affermato che il recente ribasso delle quotazioni del mondo azionario non ha avuto alcun impatto sulla loro propensione a investire in titoli ambientali, e circa la metà (48%) considera perlomeno piuttosto probabile tornare a investire in questo tipo di società entro il prossimo anno. Il mondo del risparmio è quindi in procinto di mettere in primo piano gli aspetti etici nella scelta dell’investimento, lasciando da parte per sempre le logiche di selezione meramente tecniche? Oscar Wilde sosteneva “l’uomo può credere all’impossibile, non crederà mai all’improbabile”. Almeno che all’improbabile non si correli una prospettiva di profitto, aggiungo io. Si spera, quindi, che l’investimento etico si dimostri un buon guadagno.

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