Fondi comuni: nove ricette contro la crisi

Mondo del risparmio gestito in trincea. Barricate alzate contro una crisi che è  costata circa 400 miliardi di Euro in riscatti. Una crisi che dura da anni ormai. Occorre rifocalizzarsi sulle reali necessità del risparmiatore: “Tutta la filiera del modello di business del prodotto, dal suo sviluppo alla distribuzione, deve partire dalle necessità dell’investitore”, sostiene Charlie McCreevy, commissario europeo al mercato interno. Ora non resta che trovarle.

Da Il Sole 24 Ore si apprende di un Think tank avvenuto tra alcuni leader del settore (Invesco, Schroders, BnpParibas, Axa, Lipper, Allfund Bank), di cui Jean Baptiste de Franssu, a.d. di Invesco Europe, si fa portavoce. Un incontro che ha generato nove “raccomandazioni”, che puntano con chiarezza sia al nodo della distribuzione che a quello dei costi. Prima di tutto è necessario capire che la crisi è da attribuirsi alla raccolta netta in Europa continentale. Perché? Ecco la spiegazione in quattro punti: secondo i gestori, il risparmio gestititi in Europa manca di adeguati piani pensionistici individuali, è inadeguata la cultura dell’investimento da parte della clientela, mentre i prezzi medi dei prodotti sono elevati anche per la scarsa concorrenza, dovuta al ruolo preponderante del sistema bancario.
Occorre quindi, e qui arriva il sesto punto, l’istituzione di un fondo finanziato dalle imprese europee e dedicato alla formazione, con lo scopo di accrescere la conoscenza degli strumenti finanziari da parte della clientela. Punto sette: distribuzione standardizzata per superare la frammentazione di settore. A chiudere il cerchio ci pensano le ultime due rassicurazioni: una patente di riconoscimento dei migliori prodotti in termini di rischio/rendimento e un’adozione, nel minor tempo possibile, degli standard Ucits IV in collaborazione con Efama (l’associazione dell’industria europea del risparmio gestito).

Ci fosse una proposta in più, le si potrebbe considerare come tavole della legge del rilancio del risparmio. Generiche ma indubitabili. Una forse possiamo aggiungerla noi: non avrai altra società di gestione al di fuori di me. Quello che si suol dire “fidelizzazione”; perché si sa, bisogna focalizzarsi sui bisogni dell’investitore.

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