Assogestioni – Tre chiavi anti-crisi e un'incognita

Non si finisce mai di imparare. Seguendo questo noto aforisma, Assogestioni ha organizzato nella giornata di ieri un incontro (a porte chiuse) “didattico” tra gestori di fondi comuni e tre top manager italiani, nello specifico John Elkann (Exor-Fiat), Fedele Confalonieri (Mediaset) e Fabio Gallia (Bnl-Bnp Paribas). Lo scopo della giornata è stato di soffermarsi sulle ragioni della crisi interne al settore, cercando di capire come superare questo momento anche attraverso l’apporto dei tre invitati, che hanno narrato ai presenti le strategie adottate dalle loro imprese nei momenti più delicati.

Nel corso dell’introduzione, Marcello Messori (presidente dell’associazione che riunisce le SGR operanti in Italia), ha avuto modo di sottolineare che l’analisi della crisi strutturale dei fondi comuni finora ha riguardato soprattutto i fattori esterni, come le asimmetrie fiscali, normative e regolamentari e i difficili rapporti fra produzione e distribuzione, ma ora è giunto il momento di fare chiarezza sui fattori interni. E la soluzione alla problematica della crisi è stata definita attraverso tre punti programmatici.

“Prima di tutto c’è bisogno di far partire quel processo di razionalizzazione che ha già coinvolto altri comparti” afferma Messori sulle pagine di Milano Finanza, con lo scopo principale di ridurre i costi e aumentare le masse di gestione. Effettivamente nel corso degli ultimi mesi si sono verificate numerose operazioni di accorpamento tra società di investimento (si pensi ad esempio ai recenti casi di Idea e di Investimenti e Sviluppo); sembrerebbe quindi che il processo sia già partito.

A quanto riportato dai presenti, il settore sembra aver iniziato un processo di autocritica ed è partendo da questo presupposto che nasce il secondo spunto di riflessione: migliorare la qualità dei prodotti offerti “per acquisire competitività nei confronti delle attività concorrenti” afferma Messori. Una bacchettata decisa rivolta ai venditori di fumo, insomma. Rimane mistero su chi possano essere, ma è del tutto giustificabile.

Ultimo punto della chiave di volta delineata è il seguente: focalizzarsi sulla fidelizzazione dei risparmiatori al fine di bloccarne il deflusso. In parole povere il mancato mantenimento della clientela costituisce la causa principale della perdita di clienti. Viene da domandarsi se non vi sia forse un pò di confusione tra la definizione di problema e quella di causa, ciascuna con specifiche peculiarità; due termini che da sempre non sono sinomini.

Ben vengano le riflessioni e i buoni propositi, ma ora è il caso per le SGR di passare dalle parole ai fatti, senza aspettare la soluzione da parte delle autorità di vigilanza, come affermato da Pietro Giuliani (Azimut) pochi giorni fa in un’incontro con la stampa: “Se un’industria si mette nell’ottica di aspettare che la soluzione della crisi del risparmio gestito giunga dall’alto, allora si è messa nell’ottica del ‘lasciamo fare tutto allo Stato'”, ha affermato Giuliani. Il che si traduce in un non-intervento che non salverebbe né l’industria, né i risparmiatori.

Lo stesso Messori al termine del costruttivo incontro ha le idee chiare: “Nei prossimi giorni queste riflessioni dovranno diventare più concrete”. Come dargli torto.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!