Ecco la direttiva Ue che rifoma i fondi comuni

Il parlamento europeo ha dato il via libera alla direttiva che riforma l’industria Ue dei fondi comuni.

L’obiettivo è di aumentare l’efficienza del settore e abbattere i costi per i risparmiatori.
 

Ecco cosa regola la direttiva:

1. Il principio del diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi;
2. Migliora le disposizioni sulle fusioni;
3. Semplifica gli obblighi in materia di informativa.

I punti centrali della normativa sono quelli che puntano a semplificare le aggregazioni tra fondi comuni e consentire la gestione centralizzata alle società che operano nei 27 paesi dell’Unione.
Il risultato sarà meno burocrazia e comunicazione più rapida sui nuovi prodotti.
 

Il parlamento comunitario ha votato stamane la riforma a larghissima maggioranza, 589 a favore, 28 contrari e 38 astenuti.
La Commissione, entro il 1° luglio 2010, dovrà stabilire le misure di esecuzione in vista di una applicazione da metà 2011.
 

Il commissario dell’Unione Europea per il mercato interno, firmatario della riforma, Charlie MCCreevy ha così commentato: “Abbiamo dimostrato che l’Europa può muoversi in fretta per introdurre utili miglioramenti normativi”.

Secondo Peter de Proft, direttore generale dell’associazione europea dei gestori Efama, “Renderà meno costoso ristrutturare e aggregare fondi e questo ridurrà i costi. Il guadagno in efficienza potrebbe rapidamente arrivare a un paio di punti percentuali e i costi per i consumatori dovrebbero diminuire”.
 

L’unica empasse ha riguardato l’introduzione della gestione centralizzata dei fondi, duramente osteggiata da Lussemburgo e Irlanda. La bozza McCreevy non prevedeva questa clausola, ma Francia, Germania e Gran Bretagna sono riuscite a inserire nel testo finale la gestione centralizzata.
Per Astrid Lulling, politico lussemburghese di centro-destra,  l’inserimento dell’articolo sulla gestione centralizzata è fonte di problemi. “Gli ultimi eventi, lo scandalo Madoff e le sue implicazioni sull’industria dei fondi non ci rassicurano. Approvare oggi questo testo di legge è un salto nel buio” afferma.
 

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