Fondi comuni – allarme Europa orientale

All’inizio della settimana, tra le borse dell’est Europa, solo Mosca ha chiuso in rialzo (+2,9%) beneficiando della solidità del rublo. Ma sono bastate la debole apertura di Wall Street e il calo del prezzo del petrolio per affossare nuovamente il listino russo. A fine settimana l’indice RTS di Mosca è riuscito a crollare del 9,4% a causa del forte calo del petrolio, della debolezza del rublo rispetto al paniere euro/dollaro, e del forte clima negativo che si respira in America. A peggiorare la situazione, l’annuncio da parte del vice ministro per lo sviluppo economico di un Pil atteso per il 2009 in calo del 2,2%.

A causa della crisi della raccolta di capitale in seguito alla crisi finanziaria globale, le banche dell’Europa centrale ed orientale risultano essere sempre più dipendenti dai finanziamenti delle case madri occidentali e ciò potrebbe portare una revisione dei rating degli istituti dell’area.
Il ministro delle finanze austriaco è arrivato addirittura a chiedere all’Unione Europea ben 150 miliardi di euro per salvare le banche dell’Europa orientale. Questo perché le sole banche austriache hanno investito in quell’area 230 miliardi di euro che rappresenta il 70% del Pil austriaco. E se salta l’ area a pagarne le conseguenze saranno gli stati dell’Europa occidentale.

Sul listino brasiliano, ad inizio settimana, hanno pesato le deboli performance dei produttori di commodities: il prezzo del greggio ha ad esempio perso il 4,3% a New York e il rame ha perso il 2,8% al Nymex.
A metà settimana il rialzo di più del 10% del petrolio ha fatto rimbalzare i titoli dei produttori di coomodities. Bene anche il settore della telefonia mobile con Vivo che grazie alle buone performance superiori alle attese per il quarto trimestre 2008, ha guadagnato il 5,2%.

L’analisi dei migliori e peggiori comparti inclusi nell’area azionari settoriali vede il fondo Dws Russia in vetta alla classifica nella settimana che va dal 11 al 17 febbraio con una performance positiva del +18,3%.
Il comparto, lanciato nell’aprile 2002, gestisce un patrimonio di 619,3 milioni di euro e ha registrato una performance YTD positiva 2,2% contro una performance a 3 anni del -40%.
Il benchmark di riferimento è il MSCI Russia 10/40 Index.

Il comparto investe almeno il 70% in azioni, certificati azionari, obbligazioni convertibili, prestiti convertibili e con opzione, i cui warrant siano emessi su valori mobiliari, titoli di partecipazione e di godimento nonché warrant su valori mobiliari. In tal senso il fondo investirà in valori mobiliari basati su un investimento in Russia. L’investimento in questi valori mobiliari avverrà con ”global depository receipt” (”GDR” – ricevute di depositi globali) quotati su borse e mercati riconosciuti o con ”American Depository Receipt” (”ADR” – ricevute di depositi americani) emessi da istituzioni finanziarie di prim’ordine, nonché certificati assimilabili (ove si tratti di valori mobiliari). È previsto, tuttavia, anche l’acquisto diretto dei valori mobiliari emessi da emittenti russi, che siano quotati su altre borse straniere o vengano negoziati su altri mercati regolamentati, che siano riconosciuti, aperti al pubblico e che operino regolarmente in uno stato dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Il fondo potrà inoltre investire in qualsiasi altro strumento ammesso.

I MIGLIORI FONDI AZIONARI DAL 11/02 AL 17/02

Valuta fondo percentuale
EURO DWS RUSSIA 18,32%
EURO CS EQUITY FUND (LUX) CONVERGENCE EUROPE 16,11%
EURO PARVEST CONVERGING EUROPE 14,89%
EURO UBS (LUX) EQUITY FUND CENTRAL EUROPE 10,67%
EURO NAS EQUITY CENTRAL EUROPE 9,20%

I PEGGIORI FONDI AZIONARI DAL 11/02 AL 17/02

Valuta fondo percentuale
USD PARVEST BRAZIL -24,37%
USD MLIIF LATIN AMERICA FUND -24,34%
USD PARVEST LATIN AMERICA -22,78%
USD FIDELITY FUNDS – LATIN AMERICA FUND -22,37%
EURO DWS INVEST BRAZILIAN EQUITIES -21,83%

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