Risparmio gestito – Threadneedle ottimista sulla Cina

Threadneedle esprime la sua consueta view sull’andamento del mercato asiatico. L’opinione che ne traspare è la seguente: si può guardare con ottimismo. Tuttavia una delle principali sfide per gli operatori del risparmio gestito operanti sui mercati asiatici sarà quella di valutare in che misura, nel primo trimestre dell’anno, i pacchetti di misure fiscali sinora annunciati riusciranno a controbilanciare gli effetti dell’andamento negativo degli scambi commerciali a livello mondiale.

Sulla scia di questa logica, i settori dell’industria edile e delle materie prime vanno monitorati in quanto solitamente sono i primi a beneficiare degli investimenti infrastrutturali programmati. La buona notizia è che molte società operanti in questi settori non vedono l’ora di impegnarsi in una serie di progetti finanziati dal governo. Non vi è alcun dubbio quindi, che i fondi messi a disposizione dal governo vengano utilizzati. Ovviamente, ci si aspetta che gli investimenti nelle infrastrutture abbiano una ricaduta sull’andamento dei consumi domestici. È ancora troppo presto per vedere gli effetti della recentissima iniezione fiscale sui dati dei consumi ma alcuni elementi emersi in una recente visita a Pechino e Shanghai hanno confermato come il tema dei consumi interni sia ancora in primo piano.

Gigi Chan, China opportunities fund manager e China specialist di Threadneedle ritiene impressionante l’analisi dei dati demografici cinesi; alcune fabbriche hanno chiuso in conseguenza del rallentamento delle esportazioni; tuttavia questa è una risposta razionale a un rallentamento ciclico. Resta il fatto che nelle aree urbane il reddito in termini reali è raddoppiato rispetto agli ultimissimi anni. Malgrado questo aumento della ricchezza, i consumi cinesi sono relativamente modesti rispetto ai parametri occidentali. Il governo è intenzionato a mantenere il ritmo di crescita dei consumi interni e, a tal fine, sta spingendo affinché quest’anno vi sia una crescita delle operazioni di credito attorno al 15% circa. Le banche cinesi non hanno gli asset problematici che appesantiscono molte delle loro controparti occidentali, per cui sono molto più propense ad aumentare le operazioni di credito.

E’ ovvio che gli esportatori cinesi escono da un anno difficile; tuttavia sussiste la fiducia sul fatto che i consumi in crescita insieme agli investimenti pubblici nelle infrastrutture contribuiranno a mitigare gli effetti del rallentamento degli scambi commerciali a livello mondiale sull’economia cinese. Occorre puntare sulla solidità del settore consumer e la capacità delle autorità di sostenere la crescita domestica. Partendo da queste basi, si può essere anche ottimisti.

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