Risparmio gestito – Addio vecchio portafoglio

Come si è orientato il mondo del risparmio gestito in relazione alla crisi? Sicuramente è opinione comune, che le difficoltà attuali del mercato abbiano portato la maggior parte dei gestori a puntare su strumenti con livelli di volatilità contenuti, anche per venire incontro alle rinnovate necessità di protezione da parte dei risparmiatori. Ora però soffermiamoci sui numeri effettivi, sulla base dei dati Assogestioni, cercando di scoprire a livello reale quanto e come i portafogli sono cambiati.

L’analisi prende in considerazione l’arco temporale che va da febbraio 2008 a febbraio 2009. Innanzitutto il patrimonio complessivo nel febbraio 2008 era di circa 529 miliardi di Euro; gli ultimi dati disponibili ci parlano invece di un capitale di circa 387 miliardi. Stiamo quindi parlando di una riduzione di oltre il 26%; sulla base di questa considerazione e del buon senso, i commenti sulla segmentazione del portafoglio si limiteranno alla valutazione della componente proporzionale all’interno dello stesso, tralasciando l’importo in termini di valuta.

I titoli di stato rimangono i padroni della scena. Tuttavia la loro presenza all’interno del portafoglio ha subito un boom, se si confronta il peso specifico. Siamo passati dal 57% del 2008 al 62,3% attuale. A farne le spese è stata, come prevedibile, la componente azionaria, passata dal 20,1% all’11,8%; nel particolare la voce che ha subito più decrementi è quella legata alle azioni estere, che ha visto calare la propria percentuale dal 15,8% al 9,8%. Le azioni italiane hanno invece visto modificare la loro quota dal 4,3% al 2%.

Contrariamente alle aspettative, le obbligazioni non hanno subito particolari incrementi bensì addirittura un piccolo rallentamento; per la categoria delle ordinarie si è passati dal 3,6% al 3,4%.

Insomma, pur con qualche eccezione, sembra che il mercato abbia effettivamente cavalcato i timori da parte degli investitori.

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