Risparmio gestito – Attenti alla 'misura', non al timing

Con questo tipo di incertezza non ha senso cercare di scegliere con precisione il momento più opportuno per intervenire sul mercato. È molto
meglio accettare l’idea che il mercato azionario probabilmente si trova vicino al livello minimo e sfruttare le valutazioni storicamente basse per rientrare
gradualmente sul mercato. Questo è l’unico modo per essere sicuri di non perdere il treno della ripresa quando finalmente arriverà. Ecco quanto sostiene Tom Stevenson, Head of Investment Communication, Fidelity International all’interno della sua analisi attuale sui mercati.

Come si è potuto notare nelle ultime settimane, iniziano a vedersi i primi segnali di controtendenza rispetto ai pesanti cali a cui ci siamo abituati.
A tal riguardo Stevenson procede con la sua view, partendo dalla spiegazione delle misure economiche adottate dagli Stati Uniti. Gli investitori hanno accolto con favore il piano di salvataggio del sistema bancario statunitense presentato la scorsa settimana dal Segretario del Tesoro Tim Geithner, e lunedì scorso l’indice S&P ha guadagnato il 7%. Si tratta di uno dei rialzi più consistenti in assoluto per Wall Street e la migliore performancegiornaliera da quando si è manifestata la volatilità dei mercati lo scorso autunno.

Il piano rappresenta l’ultimo tentativo del governo statunitense di ripulire gli stati patrimoniali delle banche dai cosiddetti “titoli tossici” che affliggono il sistema finanziario da quando è iniziata la stretta creditizia quasi due anni fa. In base al nuovo approccio, la Fed erogherà finanziamenti a condizioni generose agli investitori del settore privato che sono disposti ad acquistare questi titoli in sofferenza. L’idea alla base di questo approccio è di aiutare gli investitori ad acquistare le suddette attività finanziarie in modo da toglierle dai bilanci bancari, consentendo alle banche di riprendere l’attività di credito. Sarà anche un modo per determinare il prezzo dei titoli tossici, e ciò fornirà un’idea più chiara della portata delle perdite di Borsa. I mercati rifuggono l’incertezza, quindi questa prima fiammella di speranza che la nebbia si stia diradando ha avuto un effetto galvanizzante sui mercati azionari.

Il forte rialzo di lunedì scorso sul mercato statunitense è stato la ciliegina sulla torta in un mese incredibile per gli investitori. Dal 9 marzo l’indice S&P 500 ha guadagnato il 22%, tanto che molti osservatori si sono chiesti se si fosse finalmente toccato il fondo del mercato ribassista. Naturalmente nessuno lo saprà finché non sarà troppo tardi, ma se scopriremo che il mese di marzo 2009 ha effettivamente rappresentato il livello minimo, potremo dire che l’improvvisa inversione di tendenza in un turbinio di cattive notizie sul fronte economico rappresenta l’esempio del modo in cui i mercati tendono ad anticipare ogni evidente miglioramento del panorama economico.

Nasce ora l’enigma: mercato rialzista o ripresa temporanea del mercato ribassista? Anche in Europa abbiamo registrato una certa ripresa, per quanto più sotto tono rispetto all’America. L’indice FTSE 100 è salito del 13% dopo aver toccato il fondo il 3 marzo. Pur trattandosi di un segnale positivo, gli investitori sanno che ci sono stati altri momenti come questo durante questa fase di ribasso del mercato. Dopo aver toccato l’apice nel giugno 2007, i mercati hanno riportato altri quattro rialzi superiori al 10%, andati poi tutti in fumo.

Tra agosto e ottobre 2007 il FTSE 100 ha guadagnato il 15%; infatti gli investitori erano convinti che la stretta creditizia potesse essere limitata e
contenuta nell’ambito dei settori finanziario e immobiliare. Dopo il tracollo di Bear Stearns nel marzo 2008 il mercato è salito del 18% in
due mesi, alimentando le speranze che si trattasse del livello minimo della stretta creditizia. Durante l’estate c’è stata un’altra ripresa del 10% prima che
subentrasse il trauma delle pesanti perdite dello scorso autunno. Infine c’è stato un rialzo di fine anno del 15% in un momento di quiete prima
che ci si rendesse conto che i problemi dei mercati del credito si stavano riversando sull’economia “reale”.

Messo a confronto con queste riprese, l’ultimo rialzo del mercato non è niente di speciale e potrebbe fare la fine dei suoi predecessori, andando in fumo
quando gli investitori scopriranno di avere qualcosa di nuovo di cui preoccuparsi. Ma potrebbe essere anche l’inizio di un nuovo rialzo sostenibile.
Il ragionamento forse appare ovvio, ma in effetti non c’è modo di sapere se abbiamo già toccato il fondo oppure no. I titoli azionari sono su valori
storicamente convenienti, ma sono stati molto più convenienti in altre fasi di ribasso. Il prezzo dei titoli sconta molte pessime notizie, tuttavia il futuro
potrebbe riservarci altre brutte sorprese.

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