E' nata Prima SGR, la nuova joint venture di MPS e Clessidra

La joint venture tra [s]Clessidra[/s] SGR e Banca Monte Paschi di Siena ha un nome, Prima SGR. La nuova società per la gestione del risparmio è stata, infatti, presentata oggi nell’incontro che si è tenuto con giornalisti ed analisti. All’evento, erano presenti [p]Giuseppe Mussari[/p], presidente di MPS ed Antonio Vigni, direttore generale della banca, oltre a Claudio Sposito, presidente ed a.d. di Clessidra SGR e Marco Carreri, amministratore delegato della nuova piattaforma. L’accordo di partnership tra MPS e Clessidra è stato sottoscritto lo scorso 31 marzo: mentre la società di gestione del risparmio ha acquisito una partecipazione indiretta del 67% nel capitale sociale delle società di MPS attive nel risparmio (Monte Paschi Asset Management SGR e ABN Amro AM Italy SGR), MPS detiene, invece, una partecipazione indiretta del 33%.

Tale partnership, riprevista nel piano industriale 2009-12, ha come obiettivo quello di offrire al cliente finale i migliori prodotti, “evitando il conflitto d’interesse di una banca retail che distribuisce egli stessa la propria offerta”. Questo il pensiero del presidente di MPS, il quale ha sottolineato come, dopo la joint venture con Axa nel settore della bancassicurazione, è sorta quindi un’altra iniziativa, innovatrice. Infatti, già il nome “Prima”, sottolinea anche il fatto che l’intento è quello di proporre una piattaforma aperta senza precedenti, nel mondo del risparmio gestito italiano. Naturalmente, Prima sarà una SGR totalmente indipendente, che beneficerà solo di un dialogo privilegiato con MPS, così come con altre future alleanza con le reti, ha affermato Vigni.

“Con Prima SGR si potranno valorizzare due cose: la produzione e la distribuzione”, sostiene il direttore generale di MPS. Tramite questi due canali, difatti, sarà possibile aumentare presto la quota di mercato, grazie ad una società indipendente, parola che è stata ribadita più volte nella presentazione odierna, che punterà sui servizi di consulenza e di proposizione al cliente di prodotti di qualità, aggettivo anche questo più volte ripreso. “Soprattutto alla luce del difficile momento dei fondi”, ha chiosato Antonio Vigni, “è importante focalizzarsi sulla qualità”. Per migliorare il consiglio e la scelta dei prodotti, infatti, la necessità è quella di “avere alle spalle una piattaforma aperta indipendente”.

Anche Claudio Spositi, presidente di Clessidra, ha parlato di Prima, evidenziando come la scelta di un fondo di private equity di investire in una SGR, sia stata dettata dall’opportunità unica di condividere con MPS, i forti intenti che ambiscono a portare la nuova SGR ad essere società leader indipendente nel mercato italiano del risparmio gestito. “Dalla grande trasformazione e difficoltà attuale nel mondo del risparmio gestito, può nascere  un’opportunità. Da tale discontinuità, il risparmio gestito può uscirne rafforzato”, sostiene Sposito. “L’Italia – prosegue l’a.d. di Clessidra – è un Paese di grande risparmio, seppur al momento tenuto sotto al materasso. Quando, però, il periodo difficile sarà passato ed i mercati si riprenderanno, l’investitore, in passato rimasto “scottato” dalla gestione dei suoi risparmi, tornerà nuovamente ad investire. Lo scopo è quello di farsi trovare pronti, fornendo al risparmiatore un valore aggiunto nella consulenza e nella gestione, orientandolo verso prodotti di qualità”. La base è buona, si parte da 20 miliardi di risparmio gestito in Italia, con l’obiettivo di raggiungere i 40-50 miliardi di gestito nel medio termine.

“La missione – afferma Marco Carreri, a.d. di Prima SGR – è quella di avere una posizione di leadership in Italia nell’asset management. In questo senso, vogliamo essere i primi a muoverci”. Da player generalista, infatti, Prima intende essere una “boutique” finanziaria. Strutturalmente costituita da una governance indipendente (4 membri di Clessidra, 3 indicati da MPS e 3 indipendenti indicati, però, sempre da Clessidra SGR), guidata solo da una logica di mercato e non da interessi vari, il core business di Prima si concentrerà sulla razionalizzazione delle piattaforme produttive, sulla valorizzazione delle competenze di gestione distintive e sulla rivisitazione dell’offerta di prodotti e servizi (pochi, ma buoni).

In sostanza, da una fabbrica prodotto si vuol essere un operatore indipendente sul mercato, con strategie di sviluppo a lungo termine. Per quanto concerne, poi, il modello organizzativo, dai 6 veicoli attuali (4 italiani e 2 irlandesi), a breve (in questo 2009) si passerà a soli 2 veicoli, uno italiano ed uno irlandese. Questo permetterà anche di abbassare il pricing dei prodotti retail, in Italia mediamente superiori al resto d’Europa, il tutto “a favore della distribuzione” ha sottolineato Mussari. La divisione “col quadrifoglio” fungerà da centro di originazione dei prodotti, a causa dello svantaggio di tassazione italiano sul maturato. Si cercherà di concentrarsi su prodotti asset/class, con track record consistenti nel tempo e con presidi gestionali assolutamente affidabili. La normativa UCITS, inoltre, consentirà di ampliare la propria gamma di fondi hedge, con prodotti sino a leva 2.

In definitiva, Prima sarà l’unico centro di generazione di “idee d’investimento” in Italia. Il team di gestione, ancora, sarà riorganizzato attorno a 2 distinte unità con diverso approccio alla gestione, una direzione d’investimento ed una direzione hedge e multimanager. Infine, Prima metterà a disposizione educational tools per collocatori e clienti finali, coaching per le reti distributive e piattaforme di consulenza finanziaria evoluta, armonizzate Mifid.

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