Risparmio gestito – Mercati emergenti: panorama generale

Nonostante un modesto alleggerimento dello “stress“ che ha interessato i mercati finanziari e nonostante i dati ampiamente positivi per il settore bancario nel primo trimestre 2009, la crisi finanziaria ed il continuo rallentamento nell’attività economica globale rimangono i fattori dominanti sui mercati dei capitali. Nonostante la prosecuzione del rallentamento economico venga segnalata dalla fiducia dei consumatori, dal mercato immobiliare, nonchè da svariati indicatori economici e dal mercato del lavoro USA, alcuni dei principali indicatori economici stanno ora indicando un recupero rispetto ai livelli estremamente bassi registrati di recente.

È possibile che il punto più basso di quella che è stata definita come la peggior crisi economica dagli anni ’30 venga raggiunto nel corso della seconda metá del 2009. I dati economici “chiave” (in contrasto agli indicatori anticipatori) stanno segnalando un rallentamento del ritmo con cui avviene il deterioramento economico, inoltre indicano che stanno emergendo alcune tendenze verso la stabilizzazione; non indicano tuttavia che una ripresa dell’economia reale sia sul punto di iniziare. Ci vorrà un lungo periodo prima che l’attività economica ritorni di nuovo a livelli normali.

Alla luce dell’aumento della disoccupazione e dei bassi livelli dell’utilizzo del capitale, non c’è da aspettarsi nessuna pressione inflazionistica nell’immediato futuro, perciò i tassi d’interesse a breve termine nei paesi industrializzati dovrebbero rimanere agli attuali livelli nei mesi a venire. Durante il primo trimestre le economie dell’Europa centro-orientale hanno fatto i conti con delle severe turbolenze, principalmente a causa dei loro forti legami con i paesi occidentali, e tali trubolenze sembrerebbero sfociare in una crisi peggiore di quanto era stato originariamente anticipato. Attualmente prevediamo un declino del PIL in Europa centrale del 2%, del 3,5% in Russia e del 2,5% in Turchia.

Dopo un periodo di crescita durato 9 anni, in cui i tassi di crescita sono stati mediamente del 4% superiori rispetto a quelli della zona Euro, i Paesi dell’Europa centroorientale stanno ora sperimentando un consolidamento ad un livello economico più alto. Finora, la situazione sui mercati valutari nel secondo trimestre si sta comunque stabilizzando. L’ammontare dell’incremento dei fondi attribuiti al FMI da parte dei Paesi industrializzati è stato sorprendente, mentre il temporaneo “rilassamento” delle regole contabili per gli asset delle banche illiquide ha avuto come conseguenza un’improvviso miglioramento del “sentiment” rispetto agli asset più rischiosi. Nel corso del mese di aprile si è avuta una propensione al rischio positiva ed i mercati est europei ne hanno ampiamente approfittato.

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