I pir di Pioneer Investments pronti al raddoppio

BIS IN VISTA – Un primo prodotto bilanciato, e un nuovo fondo azionario. E’ la “doppietta” di soluzioni con cui Pioneer Investments si muove nel mercato dei pir, piani individuali di risparmio, cioè i nuovi strumenti finanziari nati per dare sostegno alle piccole e medie imprese italiane. La società di gestione ex-controllata da UniCredit e in fase di acquisizione da Amundi è stata tra le prime a muoversi sul mercato di questi prodotti. Già da gennaio è stato lanciato Pioneer Risparmio Italia, un nuovo fondo bilanciato pir compliant, cioè che rispetta tutti i requisiti di costruzione del portafoglio previsto per legge per i piani individuali di risparmio. Va ricordato, infattHead of Wholesale & Institutional Distributioni che i pir devono avere un portafoglio composto per almeno il 70% da strumenti finanziari emessi da società con una stabile organizzazione in Italia e il 21% (cioè il 30% del 70% di cui sopra) deve essere rappresentato da società quotate su listini diversi dall’indice Ftse Mib o equivalenti. Il focus è dunque su piccole e medie imprese presenti su mercati alternativi come l’Aim “Stiamo preparando anche un prodotto con un portafoglio azionario”, dice Francesca Ciceri (nella foto) head of institutional & wholesale distribution di Pioneer Investments che spiega anche le strategie distributive della sua società su questo fronte.

NELLE RETI DEI CONSULENTI -I pir di Pioneer Investments vengono venduti non soltanto attraverso gli sportelli bancari dell’ex-controllante UniCredit ma anche da una serie di istituti partner attivi su base territoriale. Tra i canali di distribuzione ci sono infatti anche le reti dei consulenti finanziari. “Il mercato dei pir si trova in una fase ancora embrionale e deve percorrere molta strada prima di raggiungere le dimensioni che ha raggiunto in altri paesi come la Francia o la Gran Bretagna, dove esistono analoghi strumenti finanziari” dice Ciceri. La manager sottolinea però come i piani di risparmio potranno in futuro trovare largo spazio all’interno di gestioni patrimoniali o di polizze e soluzioni assicurative collegate a fondi di investimento. L’importante è che ci sia un po’ più di chiarezza rispetto ad oggi su alcuni aspetti fiscali e normativi. Nonostante questa fase di rodaggio, dunque, il mercato dei pir sembra avere davanti notevoli margini di crescita anche per un fattore importante: le opportunità che offre “di fare stockpicking su titoli di imprese di piccole o medie dimensioni aggiunge ancora Ciceri. Risparmio Italia, il pir già lanciato da Pioneer, ha una commissione di gestione dell’1,2% e una fee di ingresso fino a un massimo del 2%. Quest’ultima, però, dipende dagli intese commerciali con i distributori e dunque potrebbe essere anche inferiore o annullarsi del tutto in base a singoli accordi distributivi.

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