Risparmio gestito – In 30 evitano i deflussi. Svetta BNP

La notizia era nell’aria: il mondo del risparmio gestito è tornato nell’ombra.

Se è vero che la “luce” di maggio aveva regalato 1,6 i miliardi di euro raccolti, un insieme di flussi che aveva offerto un contributo alla crescita degli asset oltre la soglia dei 401 miliardi di euro, il buio del mese di giugno appare più netto. Sulla base delle rilevazioni registrate da Assogestioni il mese in esame si chiude con la sola categoria dei prodotti bilanciati in positivo, che archiviano giugno con una raccolta netta di 44 milioni di euro ed un patrimonio in crescita che resiste intorno ai 16,8 miliardi, il 4,2% degli asset complessivi.

Per le altre categorie di prodotti vengono annotati deflussi più o meno consistenti. Quelli meno corposi sono registrati dai prodotti azionari che vedono defluire dalle proprie casse 62 milioni di euro. Il patrimonio assegnato a questa categoria accusa in modo lieve le uscite e scende sotto la soglia dei 75 miliardi di euro, 18,6% del patrimonio totale in fondi. Perdono 129 milioni di euro i fondi hedge per i quali il patrimonio alla fine del mese equivale al 4,1% degli asset complessivi, un numero che vale quasi 16,8 miliardi di euro.

Dopo l’exploit registrato a maggio (+818 milioni di euro), nel corso del mese di giugno, i fondi flessibili accusano deflussi per 238 milioni di euro. Il patrimonio investito in questi prodotti è praticamente stabile a quota 52,7 miliardi di euro, il 13,1% del patrimonio investito in quote di fondi. Negativi anche i flussi per i fondi di liquidità. I quali registrano riscatti per 480 milioni di euro e asset in lieve flessione che si posizionano a quota 87,2 miliardi di euro, equivalenti al 21,7% del patrimonio complessivo.

Sono ancora i fondi obbligazionari, 38,2% degli asset, i prodotti maggiormente colpiti dai deflussi, ma nonostante i riscatti ammontino a 560 milioni di euro il patrimonio della categoria cresce fino a sfiorare i 153,2 miliardi di euro. I fondi di diritto Italiano promossi da Gruppi Italiani ed Esteri chiudono il mese con un bilancio negativo leggermente inferiore agli 1,6 miliardi di euro. In particolare, è negativa per 49 milioni la raccolta dei prodotti con targa estera, mentre quelli domestici registrano riscatti per oltre 1,5 miliardi di euro. I patrimoni sono rispettivamente pari a 20 e 186 miliardi di euro.

In mezzo a questo scenario deludente, come già detto c’è una categoria che mantiene in alto l’onore del settore; sono i fondi di diritto estero, che con i loro 141 milioni di raccolta provvisoria, si confermano ancora l’investimento preferito per i sottoscrittori. Da evidenziare il segno più per i fondi promossi da gruppi Italiani  (raccolgono 317 milioni) che si contrappone ai riscatti subiti dai prodotti promossi da gruppo esteri (-176 milioni di euro). Crescono ancora gli asset stimati per i Fondi di Diritto Estero che a fine giugno superano i 195 miliardi di euro, il 48,6% del patrimonio dell’intero sistema fondi. I Gruppi Italiani, che detengono l’82,2% del patrimonio, hanno registrato flussi negativi per 1,2 miliardi di euro. I gruppi esteri chiudono momentaneamente con 225 milioni di euro di raccolta negativa.

Passando ai protagonisti in senso stretto dei dati Assogestioni, ovvero le società che operano nel mondo dei fondi comuni, va detto che questo mese sono 30 (su 57) le realtà capaci di regalare il segno più sul fronte della raccolta. Il podio? Il faro è il gruppo Bnp Paribas, seguita a ruota da Azimut, mentre Pioneer e Credem condivido la terza posizione. Clamoroso è invece il tracollo di Fondaco, anche se si salva dalla maglia nera.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!