Risparmio gestito – Un rally dalle tinte forti

Nell’ultimo mese sono emersi ulteriori segnali di lieve ripresa in tutto il mondo.  Nello specifico, gli indicatori della produzione industriale, abbiamo osservato un miglioramento dei dati provenienti dai mercati immobiliari e della fiducia dei consumatori.  In generale, comunque, la situazione è soltanto meno negativa, non certo positiva. I massicci interventi delle autorità in tutte le principali economie sono apparentemente riusciti a contenere la gravità e la durata della recessione. Se a ciò si aggiunge anche il necessario periodo di riapprovvigionamento che segue sempre ogni fase di notevole riduzione delle scorte, un certo miglioramento della congiuntura economica è più che comprensibile.  Tuttavia, gli ingenti deficit fiscali dovranno essere sanati e si renderà necessario un notevole deleveraging dei consumatori.  L’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, inoltre, avrà un impatto negativo sui tassi dei mutui e il rialzo del prezzo del petrolio limiterà la spesa al consumo in Occidente. Di conseguenza, prevediamo che la ripresa sarà lenta e propendiamo verso prospettive di crescita nei paesi più sviluppati per il 2010 piuttosto prudenti. Ci aspettiamo un miglioramento dell’attività negli USA, ma un PIL piatto nel Regno Unito, in Europa e in Giappone.

Il miglioramento del sentiment economico ha determinato un notevole rally dei settori più ciclici e dei titoli a rischio più elevato che erano scesi a livelli di valutazione estremamente bassi.  Abbiamo aumentato la nostra posizione in alcune di tali aree e ora abbiamo la sensazione che, in linea molto generale, la differenza di valutazione tra settori ciclici e settori difensivi si sia normalizzata. Ne consegue che le nostre opinioni sui settori siano meno nette rispetto a prima e riteniamo che la nostra ricerca debba incentrarsi sulla selezione dei cavalli vincenti di ogni settore, ad esempio le società che conquisteranno quote di mercato non appena ci sarà richiesta di nuova capacità produttiva. Abbiamo in gran parte modificato le nostre opinioni sui settori a livello globale.  Abbiamo incrementato i titoli bancari verso una posizione neutrale sulla scorta dei notevoli progressi compiuti nel risanamento dei bilanci, anche in considerazione di valutazione assolutamente ragionevoli.  Abbiamo ridotto l’esposizione al comparto delle telecomunicazioni a favore di una posizione più neutrale in quanto il settore sembra aver sofferto più del previsto durante la crisi, rivelandosi meno difensivo di quanto non ci si attendesse.  È stata, inoltre, incrementata l’esposizione al settore minerario.  La Cina continua ad accantonare riserve di materie prime, gli investitori tornano a investire in questo ambito e l’annosa questione della scarsità dell’offerta si conferma un fattore importante.  Abbiamo, infine, incrementato l’esposizione alle industrie di base che stanno beneficiando della crescita della spesa per infrastrutture.

I mercati azionari sono stati interessati da un rally consistente rispetto ai minimi di inizio marzo, soprattutto sulla scia del miglioramento dei dati economici, dei progressi compiuti nel risanamento del sistema bancario, della pubblicazione di utili societari più incoraggianti del previsto, delle quotazioni interessanti e degli elevati livelli di liquidità in mano agli investitori.  Nei nostri portafogli, manteniamo una posizione di sovrappeso sulle azioni, rispetto al benchmark, ma prevediamo che i progressi del mercato saranno molto più graduali nei prossimi mesi dati l’impatto dell’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, il rincaro dei prezzi dell’energia e le prospettive di una lenta ripresa economica.  L’allocazione nel comparto azionario predilige in modo netto l’Asia e i mercati emergenti.  Queste economie, infatti, hanno in linea generale resistito alla crisi meglio di quanto si potesse sperare, continuano a vantare un notevole potenziale di crescita a medio termine e non devono far fronte alla mole di indebitamento, sia in termini fiscali che al consumo, che ossessiona molti dei paesi occidentali sviluppati.

Nell’ultimo mese i rendimenti dei titoli di Stato hanno registrato un rialzo, in parte per effetto dei timori circa l’ingente quantità di emissioni imminenti, in parte a seguito dell’allentarsi delle preoccupazioni sulla congiuntura economica e in parte in conseguenza ai timori per l’andamento futuro dell’inflazione.  Nel breve termine non prevediamo alcuna pressione inflazionistica dato il livello di capacità produttiva inutilizzata nella maggior parte delle economie.  Ci attendiamo, tuttavia, livelli elevati di offerta di titoli di Stato, ma prevediamo che gli acquisti delle banche centrali attraverso i programmi di quantitative easing fungano da tetto per i rendimenti nell’immediato futuro.  Nell’ambito obbligazionario continuiamo a privilegiare le obbligazioni corporate investment grade e a elevato rendimento, nonché le obbligazioni dei mercati emergenti.  Sebbene gli spread dei rendimenti in queste categorie di asset si siano ristretti, riteniamo che gli spread attuali restino comunque interessanti.

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