Risparmio gestito – La forza del credito

Performance solide, il trend prosegue:
Il rally dei mercati cash del credito iniziato a metà marzo non ha mostrato, ad oggi, segni di cedimento e continua ad essere trainato dal settore finanziario. Inoltre, il fatto che questa tendenza continui nonostante nelle ultime due settimane si sia avvertito un calo nell’appetito di rischio sottolinea che c’è ancora un forte supporto tecnico per questa asset class. Questo trend è ulteriormente evidenziato dalle dinamiche della liquidità – la domanda di credito è talmente alta che comprare obbligazioni è estremamente difficile perché gli operatori non riescono semplicemente a trovare nessuno intenzionato a vendere.

Le altre asset class sono crollate:
Rispetto a un mese fa, l’azionario europeo è in calo di circa il 4% per via di un contesto timoroso di un eccessivo ottimismo nelle previsioni sulla ripresa, mentre i rendimenti dei titoli di stato sono generalmente più alti in uno scenario che vede protrarsi le preoccupazioni riguardo alle dimensioni del debito pubblico e livelli record nelle emissioni in programma per finanziarlo.

Le obbligazioni cash sovraperformano gli indici sintetici:
Al culmine della crisi del credito, lo spread (il rendimento aggiuntivo derivato dal possedere corporate bond anziché titoli di stato) degli indici delle obbligazioni cash era molto più ampio rispetto a quello degli indici sintetici o degli indici di credit default swap (CDS) principalmente perché le obbligazioni cash richiedono un impegno di liquidità laddove le posizioni di CDS hanno bisogno di un investimento iniziale molto contenuto. Intanto, le aziende e gli investitori accumulavano liquidità mentre i mercati della liquidità arrivavano a una battuta di arresto e le banche smettevano di concedere prestiti, quindi le obbligazioni cash non erano particolarmente popolari. Di recente questa situazione si è capovolta con gli investitori intenzionati a redistribuire la liquidità che nei conti deposito non sta rendendo quasi niente e sono attratti dagli alti rendimenti offerti dai corporate bond. Inoltre, una sfiducia generale verso i CDS è cresciuta dal momento che alcuni commentatori hanno suggerito di abolirli a seguito dell’eccesso di sottoscrizioni di contratti CDS che hanno portato al fallimento del gigante delle assicurazioni americano AIG. Gli spread delle obbligazioni cash a un mese sono più stretti ma gli indici CDS sono al momento marginalmente più ampi.

Le nuove emissioni sono ancora sostenute ma i premi stanno diminuendo:
Il 2009 continua a segnare record per il numero di emissioni di corporate bond da quando il mercato è rinato in gennaio. Un fattore chiave è stato il cosiddetto premio di nuova emissione, in base al quale un’obbligazione appena emessa arriva sul mercato a livelli più convenienti rispetto a obbligazioni esistenti ‘comparable’ e solitamente si muovono verso un prezzo in linea con le obbligazioni esistenti quando la nuova obbligazione inizia ad essere scambiata sul mercato secondario, a beneficio del detentore dell’obbligazione. Tuttavia, emittenti rinomati, nomi autorevoli, blue chip e debitori con un buon rating hanno recentemente emesso obbligazioni agli stessi livelli, o a livelli vicini a quelli dei mercati secondari dal momento che è tornata la fiducia nel mercato e la domanda per debito di alta qualità è salita.

Iberdrola:
La scorsa settimana il distributore di energia spagnolo Iberdrola ha emesso 1,325 miliardi di euro in nuove azioni, equivalenti al 5% del rimanente capitale sociale con l’obiettivo di rafforzare lo stato patrimoniale e mantenere il rating di credito pari a A-, proteggendosi in questo modo dai crescenti costi del finanziamento e mantenendo l’accesso ai mercati del debito come e quando richiesto. Questo è un esempio di riduzione del livello di indebitamento  che di recente è stato una pratica comune ed è inequivocabilmente vantaggioso per i detentori di obbligazioni.

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