Risparmio gestito – Il multinvestitore

Obbligazioni societarie e azioni non si muovono in blocco (questa è la ragione per cui un portafoglio ben diversificato probabilmente contiene entrambe le categorie di investimento), ma sono influenzate da speranze e timori analoghi sulla solidità finanziaria delle società emittenti.

Se gli investitori hanno fiducia, probabilmente salirà il valore sia delle azioni sia delle obbligazioni societarie. Se gli investitori sono preoccupati, entrambe le categorie perderanno. Ma gli investitori azionari e quelli obbligazionari talvolta manifestano personalità differenti. Chi investe in azioni è naturalmente ottimista, cerca opportunità di crescita dato che l’incremento o la diminuzione degli utili è ciò che determina alla lunga il valore dei titoli. La preoccupazione principale per chi investe in obbligazioni è la sicurezza del reddito e quindi questi investitori tendono ad essere più pessimisti e cinici.

Per questa ragione potremmo dire che i mercati obbligazionari e azionari talvolta “non cantano all’unisono”. Non possono avere ragione entrambi nello stesso momento, perciò gli investitori sanno che alla fine questa differenza si risolverà a favore di una o dell’altra posizione. Osserviamo il grafico qui di seguito, che mette a confronto il rendimento complessivo dell’indice azionario FTSE 100 con quello dell’indice Merrill Lynch per le obbligazioni societarie ad alto rendimento in sterline. È la chiara rappresentazione di questo complicato balletto tra mercati azionari e obbligazionari.

Come si può vedere dal grafico, durante la maggior parte dell’anno scorso le due linee praticamente si sono inseguite, scendendo e salendo in contemporanea (talvolta con un ritardo). Ma ci sono un paio di periodi in cui le due linee hanno preso strade diverse. Il primo periodo riguarda luglio e agosto 2008 quando il mercato azionario è salito da quota 5.151 a 5.637, un incremento del 9%; infatti gli investitori azionari speravano che, con il tracollo di Bear Stearns nel marzo 2008, la crisi finanziaria avesse toccato il fondo.

Ma guardiamo l’indice del mercato del credito durante quest’ondata estiva di ottimismo. Sembra completamente indifferente, continua a proseguire invariato per la durata della fase di rialzo del mercato azionario; gli investitori obbligazionari più pessimisti avevano la sensazione che la crisi non fosse ancora finita. E avevano ragione questi ultimi, come abbiamo scoperto tutti quando siamo tornati dalle vacanze per assistere in rapida successione ai tracolli di Lehman Brothers, Fannie Mae e AIG. Guardiamo ora a ciò che è accaduto da marzo 2009. Per due mesi il mercato azionario e quello obbligazionario sono saliti in parallelo quando gli investitori hanno incominciato ad avvertire i “verdi germogli” della ripresa. Tuttavia, dal mese di maggio si verifica una spettacolare divergenza tra i due andamenti. Sul mercato azionario, gli investitori sono tornati bruscamente alla realtà.

L’indice FTSE 100 è sceso del 9% tra l’inizio di giugno e lo scorso venerdì. Invece il sentiment sui mercati del credito ha continuato a migliorare, con più o meno intensità. Questa volta la divergenza è positiva; potrebbe essere importante per il mercato azionario in quanto può indicare che la contrazione dal mese di maggio potrebbe essere meno evidente e forse di più breve durata rispetto a quanto ritengono gli opinionisti più negativi. Se la prossima fase per gli investitori azionari sarà un’effettiva ripresa, forse i mercati del credito ci dicono che sarà più vicina di quanto pensano i pessimisti. In tutto questo c’è una certa logica economica: i mercati del credito riflettono le condizioni del credito e la propensione al rischio. Il calo dei rendimenti (a fronte del rialzo dei prezzi obbligazionari) significa che le società possono accedere al credito a costi più convenienti, un fattore positivo per l’economia (e infine per il mercato azionario). Secondo molti le condizioni del mercato del credito devono per lo meno normalizzarsi per poter favorire una ripresa sostenibile del mercato azionario. L’enorme divergenza evidenziata dal grafico indica che questo processo è già in corso.

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