Risparmio gestito – Intermediari assuefatti

La Bank for International Settlements (BIS) ha pubblicato uno studio sugli effetti dei piani di aiuto alle banche a cui si è fatto ricorso fino ad oggi, con il titolo Valutazione dei piani di salvataggio del settore finanziario. In maniera non sorprendente, lo studio conclude che fino ad ora i piani di aiuto non sono riusciti a generare un qualche percepibile miglioramento dell’offerta del credito bancario all’economia (che, infatti, continua a peggiorare negli USA, in Gran Bretagna e in Europa). Inoltre, i piani di garanzia stessi hanno creato un notevole rischio di rifinanziamento per gli anni dal 2010 al 2012, come si può vedere nel grafico. Nonostante ci siano stati dei tentativi di raccolta con l’emissione di covered bond in diversi Paesi, il loro prezzo resta proibitivo.

Così come il dibattuto problema dell’eccesso di prestiti di Stato (specialmente in gran Bretagna), i dati suggeriscono che i piani di garanzia stanno aiutando le grandi e complesse banche d’investimento, piuttosto che le banche che con maggiore probabilità presterebbero capitali alle proprie economie locali. I sussidi non stanno, quindi, raggiungendo i beneficiari che si erano preposti. Sembrerebbe anche che i maggiori investitori in obbligazioni garantite siano a) altre banche (gli investimenti in obbligazioni garantite stanno impiegando tutti i capitali che sarebbero altrimenti utilizzati per i prestiti bancari) e b) più specificamente, banche dello stesso Paese dell’emittente – che in Europa ha l’effetto di spezzare nuovamente il mercato obbligazionario dell’area Euro nei suoi componenti nazionali e ridurre la liquidità.

Con le banche ora assuefatte all’emissione di aiuti di Stato su entrambi i lati del bilancio, ovvero sia come emittenti che investitori, la BIS riconosce che “convincere gli investitori in obbligazioni a ricominciare a investire in titoli di debito bancari senza garanzia, potrebbe diventare un compito costoso, con conseguenze potenzialmente dannose per l’economia reale”.

Tuttavia, alcune delle conclusioni dello studio possono essere definite per lo meno bizzarre: ad esempio, si sostiene che dovrebbe essere consentito ai Paesi più deboli di applicare commissioni di garanzia più basse alle proprie banche, per dar loro la possibilità di accedere ai mercati obbligazionari alla pari con le banche che hanno ricevuto aiuti di Stato con rating più elevato. La BIS sembra anche convinta che, la soluzione per far uscire rapidamente i Governi dai piani di aiuto e togliere a banche e investitori il vizio delle obbligazioni garantite, sia ricreare (ovvero finanziare) il mercato della securitizzazione. Non suggerisce, però, come fare tutto ciò senza che le banche si espongano nuovamente alla leva finanziaria e consumino i nuovi capitali cuscinetto appena iniettati dai Governi.

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