Risparmio gestito – Sinfonia europea

Secondo le prime stime, nel secondo trimestre l’economia europea avrebbe registrato solo un lieve calo dell’attività (-0.1%). Tuttavia, le performance divergono fortemente da un paese all’altro : i pesi massimi, Germania e Francia, hanno superato il guado mettendo a segno una crescita del PIL dello 0.3%, mentre Spagna (-1.0%), Paesi Bassi (-0.9%) e Italia (-0.5%) continuano ad affossarsi. Ma sarebbe un errore pensare che la zona euro e le sue locomotive sono fuori pericolo. Infatti, il governo tedesco – contrariamente a quello francese – si è ben guardato dal cantar vittoria.

Anche se i dati di dettaglio non sono ancora noti, è già sicuro che il quadro positivo della Germania sia da mettere alla pari con il rimbalzo del PIL giapponese : un rimbalzo tecnico scontato dopo la costante caduta delle attività per circa un anno, tanto più che l’economia tedesca, come quella giapponese, è estremamente esposta al ciclo industriale e al commercio mondiale, che sono stati i primi a riprendersi.

Quanto alla Francia, la crescita nel secondo trimestre è dovuta al tempestivo e massiccio intervento dello Stato, i cui effetti – purtroppo – andranno a calare. Di conseguenza, l’attuale schiarita non garantisce affatto che l’uscita dal tunnel sarà immediata. In questo contesto, non ha sorpreso la decisione del presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, di lasciare il tasso di riferimento fermo all’1% con l’affermazione che le prospettive, nel migliore dei casi, sono incerte.

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