Risparmio gestito – Azioni, banche pronte all'exploit

I mercati azionari hanno continuato la loro corsa anche nei mesi estivi, i rendimenti da inizio anno di quasi tutti gli indici borsistici superano la doppia cifra. In chiave storica questo recupero dai minimi di inizio marzo rappresenta una eccezione solo per la velocità con cui esso è avvenuto. Il rialzo del 50% ci lascia comunque ben lontani dai livelli precedenti alla crisi; quando fallì Lehman Brothers circa un anno fa, l’indice S&P 500 valeva 1200.

Oltre a quanto descritto sul fronte macroeconomico, fattore determinante di questo recupero è stata la ricapitalizzazione delle banche, che è avvenuta celermente: a fronte di perdite mondiali di $1,600 md, sono stati apportati $1,300 md di nuovi capitali, di cui poco meno della metà dai governi. Questo ha contribuito ad eliminare uno dei maggiori ostacoli al corretto funzionamento dei mercati finanziari, ossia la stabilità del sistema degli intermediari. Fugato oramai definitivamente il rischio di collasso sistemico, si è potuto tornare a ragionare sui fondamentali che a marzo 2009 offrivano valutazioni stracciate. Anche dopo i rialzi, sono pochi i multipli valutativi superiori alla media storica degli ultimi 10 anni.

In particolare, considerando le principali 23 borse mondiali ed i tre multipli classici basati su dati storici (Prezzo/Utili, Prezzo/Libro e Dividendo/Prezzo), abbiamo dati più convenienti della media storica nel 75% dei casi. Dal punto di vista valutativo abbiamo pertanto semplicemente assistito ad una normalizzazione, senza che la vivace dinamica delle quotazioni possa in alcun modo destare preoccupazione. A livello geografico, è opportuno notare come i mercati emergenti offrano delle valutazioni relativamente meno interessanti rispetto ai mercati sviluppati. Guardando avanti, sempre più determinante sarà la dinamica degli utili, per i quali le notizie di breve periodo sono confortanti. Da alcuni mesi oramai gli analisti hanno ripreso a rivedere al rialzo le previsioni, con i numeri dell’area euro di recente in chiaro miglioramento relativo.

Soprattutto dal lato americano, la reazione delle società è stata più che proporzionale ai problemi, con un taglio dei costi imponente. Questo lascia certamente spazio per avere ancora buoni risultati dal fronte profitti nel corso dei prossimi mesi. Anche per i mercati azionari il passaggio cruciale avverrà nel 2010, quando bisognerà tornare a ragionare su investimenti e fatturato e non solo sulla riduzione dei costi. I mercati premiano la disciplina straordinaria in tempi di crisi, ma all’uscita da essa cercano anche la crescita.

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