Un Bot rende più di un fondo comune

di Pompeo Locatelli

…di 1.079 fondi nel 2008 ha suscitato meno clamore di quel che meritava, visto il risultato scandaloso: rendimento medio pari a -8,4%. Eppure l’argomento merita qualche riflessione. Primo, per la solita “non notizia”: come accade da sempre, il rendimento di un comune Bot si è rivelato più elevato di quanto registrato dall’industria del gestito, nonostante gli sforzi di tante intelligenze bancarie. Insomma, il frutto del risparmio degli italiani serve solo a pagare le spese connesse al sistema, comprese le prebende per i consigli di amministrazione e così via.
Secondo: la perdita ha contagiato anche i fondi pensione, sia quelli negoziali (-14%) che quelli aperti (-6%), il che non depone a favore delle grandi riforme della previdenza di cui sono pieni i giornali. Certo, il 2008 è stato un anno eccezionale in negativo. Ma i fondi sono stati in grado di far peggio della media dei mercati così come negli anni buoni, invariabilmente, i rendimenti sono inferiori.
Terzo, l’industria ha un andamento erratico ed estremamente volatile. Sotto la spinta degli sportelli bancari, in passato, a centinaia di migliaia di risparmiatori è stato consigliato di convertire i propri dossier titoli (di norma obbligazioni e Bot) in prodotti del gestito, ad esclusivo vantaggio della creazione di complicate, elefantiache e costose strutture controllate dalle banche (in molti casi,visti i portafogli, in lampante conflitto di interesse).
Poi, fenomeno che si è accentuato lo scorso anno, alle filiali è stato impartito il messaggio inverso: fate liquidare alla clientela i fondi, anche a costo di perdite, e fatela convergere sulle obbligazioni bancarie, a sostegno della liquidità. Il risultato è stato un deflusso dal sistema di 65 miliardi di euro.
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