2010, largo alle azioni

di Francesco Biraghi

…che ricopre inoltre la carica di amministratore delegato di Nextam Partners SGR, oltre ad essere tra i soci fondatori della società stessa. Questa società di gestione è nata infatti dalla volontà di alcuni gestori, che dopo aver maturato una lunga esperienza all’interno di Euromobiliare Asset Management SGR, hanno deciso di creare una nuova realtà, senza dipendere da alcun gruppo bancario. Questo indubbiamente porta alcuni vantaggi anche per i risparmiatori, in quanto una società di questo tipo ha la possibilità di avere una maggiore libertà nella gestione del risparmio, rispetto ad altre realtà legate a grossi gruppi bancari.

Ciò si traduce nel fatto di poter evitare alcuni conflitti di interesse tipici nel panorama del gestito italiano, non svolgendo attività di advisor nel collocamento di azioni e obbligazioni, non investendo in titoli della società stessa o di suoi clienti, e avere la possibilità di negoziare i titoli con intermediari non appartenenti allo stesso gruppo. Il comparto Bilanciato, uno dei cavalli di battaglia della società di gestione, adotta un parametro di riferimento composito: 35% Comit Performance, 35% MTS Generale, 15% MSCI World DTR in Euro, 15% JP Morgan Global in Euro. Il fondo appartiene alla categoria Bluerating dei “Diversificati Euro (azioni 30-70%)”, ottenendo un rating di quattro corone su cinque, ed uno score di 58,27 su 100.
I costi del fondo sono in linea con i comparti della medesima categoria, ed una commissione di gestione dell’1,65% su base annua, si affianca una commissione di performance del 20% della overperformance rispetto al benchmark.

Positivo il fatto che non siano previste commissioni di sottoscrizione, rimborso e switch, se la domanda è inoltrata direttamente alla SGR.
Al 30 ottobre 2009, l’asset allocation è in linea con il benchmark di riferimento, con la componente obbligazionaria che si attesta intorno al 57% sul totale. Questa parte del portafoglio è interamente investita in paesi della zona Euro, tra cui spiccano i titoli obbligazionari italiani che raggiungono il 23,2% sul totale di portafoglio. Molto prudente la gestione del rischio, largo spazio infatti per i titoli con rating AAA e con duration 1-3 anni, rispettivamente il 31% e il 36,7% sul totale.

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