Attenzione alle correzioni

di Giacomo Berdini

Il settore del private equity ha mostrato una battuta d’arresto sul versante raccolta, anche come conseguenza delle riallocazioni di portafoglio dei maggiori investitori istituzionali globali mentre, dal lato impieghi, i gestori hanno privilegiato il presidio e l’attenzione alle società in portafoglio rispetto all’individuazione di nuove opportunità d’investimento. Tuttavia sul finire del 2009 si sta notando una ripresa dell’attività di investimento, come sottolinea Mario Barozzi, amministratore delegato di Idea Capital Funds SGR, che riscontra per la sua società un aumento del 23% delle masse gestite: «Siamo soddisfatti dell’andamento delle società in portafoglio, che hanno dimostrato una decorrelazione con il ciclo economico», ha commentato.

Tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 Idea prevede un’ulteriore correzione, dato che la crescita di quest’anno ha avuto fondamento più nell’eccesso di liquidità a livello sistema che nelle prospettive congiunturali. Secondo le loro stime quindi l’economia reale continuerà a soffrire per tutto il primo semestre del 2010, offrendo opportunità di investimento a prezzi scontati. In riferimento dell’atteggiamento di responsabilità e dell’approccio etico agli investimenti, Barozzi ritiene indispensabile un punto di riferimento comune per distinguere ciò che etico ciò che non lo è. Idea ha sempre privilegiato investimenti in società dove la ricerca del profitto non risiedesse nell’esasperato utilizzo della leva.
«Interpretiamo il private equity come uno strumento di sviluppo e crescita sociale, pertanto privilegiamo quei gestori che hanno un coinvolgimento nelle società nelle quali investono al fine di creare valore incrementando la crescita delle società stesse», spiega Barozzi.

Per esigenze di equilibrio di portafoglio Idea Capital prende in considerazione anche i gestori che acquistano debito o equity di società in difficoltà. «Essendo investitori di lungo termine dobbiamo comunque continuare a riconsiderare le nostre convinzioni, al fine di adattare le nostre strategie di investimento ad eventi esogeni». Secondo Nicolò Saidelli, responsabile di AXA Private Equity Italia, il 2009 è stato un anno difficile, caratterizzato dalla chiusura di poche operazioni relative soprattutto all’acquisizione di quote di minoranza o alla sottoscrizione di aumenti di capitale da parte dei fondi.
«Non possiamo dire che siano mancate opportunità di investimento, ma il problema è stato quello delle aspettative sempre troppo alte», ha commentato.

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