Candriam: Fed, dalle parole ai fatti

RIALZO PREVISTO – Mentre era ancora ampiamente incerto a febbraio (30% di probabilità), il rialzo dei tassi a marzo era diventato quasi certo nel corso degli ultimi giorni, spiega Nicolas Forest, global head of Fixed Income Management di Candriam Investors Group. L’intervento di Janet Yellen a inizio mese e numerosi discorsi dei membri della FED avevano recentemente puntato verso un’accelerazione del ritmo del rialzo dei tassi. Nessuna sorpresa, quindi, ma comunque un vero cambiamento. La FED accelera il passo prevedendo 3/4 rialzi nel corso dei prossimi mesi. Un calendario di questo tipo è motivato dal dissiparsi dei rischi esterni, dalla buona tenuta della creazione di posti di lavoro e da una tendenza al rialzo dell’inflazione USA. Benché lo stimolo fiscale di Trump resti molto incerto, il rialzo dell’inflazione è sufficientemente solido per giustificare una normalizzazione monetaria. È difficile stimare oggi il tasso naturale di politica monetaria. Secondo una regola standard di Taylor, il tasso direttore dovrebbe essere vicino al 3,50%. Uno scarto del 2,5% rispetto al tasso attuale non è oggi sostenibile e dovrebbe condurre la FED a tornare a un livello intorno al 2% nel corso dei prossimi 18 mesi. È stato del resto lo scopo del suo discorso, che malgrado tutte le precauzioni necessarie, ha rafforzato la probabilità di nuovi rialzi: parole rassicuranti per giustificare una politica di inasprimento. Nel corso dei prossimi mesi, la normalizzazione monetaria americana dovrebbe continuare a pesare sulla performance delle obbligazioni USA (soprattutto su quelle con short maturity). Essa potrebbe inoltre penalizzare a lungo termine le famiglie, che solo uno stimolo fiscale dovrebbe salvare dal rallentamento economico. Dopo le parole, è ora tempo di fatti.

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