Fondi comuni – Un nuovo gestore

di Marco Silvani

…all’aspetto rischio e meno al rendimento, ma anche per l’emergere di strette correlazioni tra i diversi fattori di rischio che non vengono attenuate dalle tecniche di diversificazione.
L’approccio classico proposto da Markowitz, seppur con limiti riconosciuti, è uno dei cardini fondamentali dei processi di asset allocation e costruzione di portafogli e postula che una sufficiente diversificazione fra strumenti/classi di attivo, con particolare attenzione alla matrice varianza/covarianza dei rendimenti, permette di ottenere profili di rischio/rendimento ottimali.
Il contributo marginale decrescente all’aumentare della numerosità degli attivi comporta mediamente una preferenza empirica per circa 20 posizioni. Tale insieme racchiude rischi di vario tipo, sia di mercato, sia specifici che di controparte: rischi geografici, settoriali, valutari, di liquidità, di credito. Volatilità e correlazione non sono stabili nel tempo, così indebolendo la validità delle imprescindibili analisi storiche. Periodi di shock eccezionale al sistema economico e finanziario globale come accaduto nel 2008 (eventi estremi, cioè storicamente rari) sono occasioni di verifica ed evoluzione dell’approccio di investimento. Si scopre così che facilità di accesso a nuove classi di investimento fa rima con affollamento e globalizzazione concorrelazione. Il flusso di denaro per investimento e speculazione in cerca di rendimento e decorrelazione, per ragioni che si manifestano in modo improvviso e contagioso può rapidamente diventare deflusso, causando un istantaneo picco di correlazione fra gli strumenti che vanifica i benefici classici della diversificazione. Mercati azionari, del credito, alternativi e delle materie prime reagiscono nello stesso modo.

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