Fondi monetari: più regole

Il Cesr, il comitato delle autorità continentali, ha emanato linee guida con le quali ha suddiviso in due categorie, fondi monetari a breve termine e fondi monetari, riprese questa mattina da un articolo sul Sole 24 Ore

Nello specifico, i fondi monetari a breve termine devono porsi l’obiettivo “primario” di mantenere il capitale ed assicurare un rendimento coerente con i tassi del mercato monetario. La liquidabilità dell’investimento deve essere il loro principale requisito. In sintonia con tali priorità debbono investire in strumenti del mercato monetario che hanno avuto assegnate le prime due categorie di rating a breve termine da parte di una primaria agenzia (i Bot italiani, ad esempio, soddisfano questa condizione ma non i titoli della Grecia e del Portogallo). È bandita l’assunzione di rischi in azioni o materie prime. Derivati su cambi sono ammessi soltanto a fini di copertura e uguale cautela deve guidare anche investimenti in prodotti strutturati (abs). Nei portafogli possono entrare soltanto strumenti con una vita residua inferiore a 397 giorni. Limite che scende a 120 giorni nella media degli investimenti.

Passando ora all’altra categoria, quella dei fondi monetari, il perimetro è più ampio. Possono farvi parte strumenti finanziari con vita residua fino a due anni (12 mesi nella media del portafoglio). Quanto al rating i gestori possono scegliere attività con un punteggio almeno «di investimento» così da venire incontro alle esigenze del Tesoro di quei paesi che non soddisfano i requisiti della categoria più rigida. Le nuove linee guida dovranno divenire operative entro la fine del 2011.

Le nuove raccomandazioni rappresentano “un signifcativo passo in avanti per la protezione degli investitori” aiutandoli a “tracciare una più chiara distinzione tra i fondi in relazione alle loro strategia di investimento”, sostiene Lamberto Cardia, a capo di un gruppo di lavoro sull’asset management oggetto nei mesi scorsi di un serrato confronto con il mercato e le autorità bancarie. Ciò che è accaduto nel 2007 e 2008 ha fatto capire ai regulator che non sempre casse che si fregiavano di questa etichetta “sono risultate coerenti con il concetto generalmente accettato di fondo monetario con investimenti liquidi ed a breve temine”.
 

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