Carmignac, la scommessa è sugli emergenti

Titoli azionari internazionali

Un’esposizione agli attivi denominati in dollari e valute emergenti
All’inizio dell’anno si sono dissolte quasi tutte le riserve che nutrivamo nei confronti dei mercati azionari, e per questo abbiamo deciso di investire la maggior parte delle nostre liquidità e sottoscrizioni raccolte nel corso di questo primo trimestre. Inoltre, la nostra diffidenza nei confronti dell’euro ci ha indotto a coprire la totalità delle posizioni in Europa tramite un acquisto equivalente di dollari: il portafoglio di Carmignac Investissement è così interamente esposto al dollaro o a valute emergenti.

Resta centrale il tema del miglioramento del tenore di vita nei paesi emergenti
Il tema dell’innalzamento del livello di vita nei paesi emergenti resta il tema più importante nell’ambito della nostra gestione globale. All’interno di Carmignac Investissement, questo tema è passato dal 24,3% al 27,6% del patrimonio. Cogliendo le opportunità offerte dalla debolezza temporanea del mercato cinese, abbiamo rafforzato l’insieme dei nostri titoli cinesi esistenti e costituito una posizione nel costruttore di automobili Byd Co, detentore di un’interessante tecnologia di batterie al litio, e in Wynn Macao, particolarmente ben
posizionato per beneficiare del boom reale del settore dei giochi. Abbiamo abbozzato un rientro in Indonesia,poiché ci sembra confermato il miglioramento delle previsioni, per il tramite del conglomerato Astra International e della banca Bank Central Asia. In India abbiamo integrato nel portafoglio il primo promotore immobiliare, DLF Limited.

I titoli americani sono stati rafforzati
Nel corso del trimestre scorso si è confermata la crescita americana; tale tema riguarda ormai il 9,2% del portafoglio di Carmignac Investissement. Creato nel corso dell’ultimo trimestre del 2009, esso vantaggio è stato completato da una nuova posizione in azioni Delta Airlines, la cui leva operativa e finanziaria dovrebbe favorire un buon andamento borsistico. Il tema delle banche anglosassoni (8,6%) è costituito ormai esclusivamente da titoli americani, dopo la cessione totale della posizione Barclays. Il sensibile miglioramento dell’attività nel suo insieme permette alle banche americane di far fronte alle perdite future dell’immobiliare commerciale, pur confermando il miglioramento della propria redditività, nettamente sottovalutata da mercati frenati dai timori relativi ai progetti di regolamentazione bancaria. Complessivamente, questi due temi americani rappresentano oramai il 17,8% del portafoglio di Carmignac Investissement.

È stata ricostituita l’esposizione alle miniere d’oro
Il segmento miniere d’oro, sensibilmente ridotto lo scorso dicembre, è stato ricostituito (passato dal 4,3% al 10,8%). Il prevedibile peggioramento della crisi dei crediti sovrani favorisce la ripresa del metallo giallo. Abbiamo provveduto a rinforzare i nostri investimenti esistenti, ripreso posizioni sulle due miniere principali, Barrick Gold Corp e Newmont Mining, e introdotto Red Back Minino, i cui giacimenti ci sembrano particolarmente promettenti.

Motori di performance obbligazionarie

Titoli di Stato: ci teniamo rigorosamente al di fuori dei crediti a basso rating
A fronte dell’aumento dei costi di finanziamento di alcuni Stati comparso in questo inizio di anno, ci terremo rigorosamente alla larga degli emettenti a basso rating. Non siamo stati colpiti direttamente dalla crisi dei titoli sovrani europei; abbiamo comunque fatto la scelta ortodossa di sostituire la nostra allocazione in obbligazioni francesi con scadenza superiore a un anno con Bund tedeschi. La nostra sensibilità dovrebbe attestarsi tra 2 e 4 nel corso del trimestre.

Valute: approfittare del ribasso dell’euro nei confronti del dollaro e delle valute emergenti
Le maggiori opportunità di plusvalenze dovrebbero, a nostro avviso, essere generate dal mercato dei cambi, nel quale la continua flessione dell’euro ci appare difficilmente evitabile, e dovrebbe essere ancora amplificata a fronte di una selezione di valute emergenti il cui miglioramento dei fondamentali si afferma di giorno in giorno. Considerando ormai la debolezza dell’euro come strutturale, la parte del portafoglio di Carmignac Patrimoine denominata nella valuta europea corrisponde a non più del 20%. Il portafoglio è invece investito per il 50% nella zona dollaro, al fine di beneficiare del differenziale di crescita a favore dell’economia americana. Il segmento debiti locali è stato altresì rinforzato nella misura del 6% del patrimonio del Fondo. Il rafforzamento di tale segmento permette infatti di beneficiare sia di tassi di rimunerazione elevati sia dell’apprezzamento di queste valute. Il segmento è ripartito tra 4 paesi: Brasile, Turchia, Polonia e Messico.

Obbligazioni societarie: prospettive apportate dal miglioramento dell’attività e dei bilanci degli emittenti
Nell’ambito di Carmignac Patrimoine, il segmento delle obbligazioni societarie ha registrato un leggero rialzo dal 30% al 36%. I nostri investimenti si sono concentrati sulle zone da noi ritenute più promettenti: i paesi emergenti e gli Stati Uniti. Pertanto, il 6% del nostro portafoglio è oramai investito in aziende americane. Contiamo di riapprofittare dell’apprezzamento del dollaro americano, ma anche dei fondamentali sani delle aziende di oltreoceano: a fine marzo 2010 le aziende americane dell’indice di borsa S&P 500 hanno riportato
una posizione di liquidità pari a 831 miliardi di dollari, ovvero un nuovo massimo storico. A livello globale, la leva finanziaria (debiti rapportati al risultato lordo di gestione) delle aziende è anch’essa in calo, segno che le aziende sono riuscite a ridurre l’indebitamento in una congiuntura difficile. Le obbligazioni societarie dei paesi emergenti rappresentano il 6% del portafoglio. Denominate principalmente in dollari o euro, beneficano spesso di tutele migliori (aumento delle cedole in caso di abbassamento dei rating, ecc.), di remunerazioni
superiori e di un contesto macro-economico favorevole. L’allocazione principale di Carmignac Patrimoine (pari al 24% degli attivi) resta ancora concentrata sulle aziende europee di primo piano, ma tale ponderazione dovrà continuare ad essere ridotta in maniera progressiva.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!