Poche soddisfazioni dall’euro Il dollaro conquista il corporate

di Paolo Brambilla

Grande visibilità hanno dato tutti i media alla pesante decisione del Senato americano di riformare il sistema delle agenzie di rating. Obiettivo principale del provvedimento, chiamato inequivocabilmente “Restore Integrity To Credit Ratings” è quello di impedire che gli emittenti vaghino qua e là fra le agenzie di rating per trovare quella che meglio valuti il loro credito, in evidente conflitto di interesse.
In pratica la Securities and Exchange Commission americana svilupperà un sistema assolutamente innovativo, obbligatorio per le società che desiderano avere l’attribuzione di un rating. Verrà costituita una sorta di commissione totalmente autonoma, composta da membri provenienti prevalentemente dal mondo degli investitori, ma con significative rappresentanze delle società emittenti e delle agenzie di rating, affiancate da un professionista indipendente. Si tratta certamente di un importante passo avanti nella tutela dei risparmiatori di tutto il mondo, ma non sono logicamente mancate le critiche a chi ha creato questo nuovo sistema di rating.
“È un nuovo carrozzone inutile”, “Chi controlla i controllori?”, “Aspettiamo di vedere se potrà lavorare” … e così via. Anzi molti commentatori americani giudicano l’iniziativa del Senato velleitaria e demagogica, se non addirittura ridicola. Comunque non c’è che iniziare un viaggio per poter verificare se la strada è in salita o in discesa.
D’altra parte qualcosa si dovrà pur fare, in un clima teso come quello odierno, in cui anche banche di tutto rispetto come Jp Morgan Chase & Co., Citigroup Inc., Deutsche Bank AG e Ubs AG, tanto per citare le principali, sono sotto inchiesta, come già Goldman Sachs Group Inc. e Morgan Stanley, per il sospetto di aver fornito informazioni addomesticate alla loro clientela che desiderava investire in bonds. D’altra parte, per stare sempre più abbottonata, l’agenzia di rating Moody’s richiama l’attenzione del mercato sul fatto che troppe società americane stanno piazzando junk bonds con il minor livello di garanzia possibile nei confronti di un pubblico indistinto che scommette ottimisticamente sulla ripresa economica del Paese (cosa ancora da dimostrare).
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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